Non è che il fatto sia passato sotto silenzio, ma forse se ne è parlato troppo poco. Di che si tratta? Dell’ultima da Palazzo d’Orleans. Il governatore accentra, vuole sapere tutto di tutti, come un Grande Fratello in veglia perenne. Siamo noi i soliti incorreggibili anti-lombardiani? Per la verità, le fonti sono plurime. Raccontava per esempio ‘Repubblica’ appena un paio di giorni fa: “Vuole sapere tutto di tutti i suoi assessori. Cosa pensano di fare, cosa scrivono, perché spendono, i bandi che vogliono firmare e dove e come investono in pubblicità sui media. E perfino se emanano una semplice circolare interna. Tutto deve essere messo a conoscenza preventiva di Palazzo d’ Orleans e del suo principale inquilino, il governatore Raffaele Lombardo. Pena il blocco degli atti.
Con tanto di delibera approvata nella giunta della scorsa settimana (atto di indirizzo 377 del 4 ottobre 2010 “Provvedimenti che impegnano l’azione generale del governo regionale”), si prevede l’ obbligo di comunicazione preventiva e qualche assessore ci ha scherzato subito su parlando di «legge bavaglio». Di fatto ogni assessore ha l’obbligo di comunicare preventivamente alla giunta regionale e all’ ufficio Affari generali di Palazzo d’ Orleans praticamente tutti gli atti che vuole portare avanti, e lo deve fare almeno 15 giorni prima rispetto a quando dovrebbero entrare in vigore. Nella delibera, firmata dal Lombardo, si mette nero su bianco un elenco dettagliatissimo di atti, documenti e azioni che devono essere comunicati dai singoli componenti della giunta: a partire «dall’assegnazione di risorse pubbliche regionali superiori a 5 milioni di euro», passando per il via libera «a infrastrutture, impianti di smaltimento di raccolta dei rifiuti e realizzazioni di centri commerciali». Devono essere comunicati anche gli atti di indirizzo per la gestione «dei fondi strutturali e comunitari e di tutte le risorse statali», oltre che le «nomine in enti pubblici e privati, come consorzi e fondazioni di ricerca e società partecipate». Insomma, qualsiasi incarico nel vasto sottogoverno regionale deve essere comunicato a Palazzo d’Orleans prima di essere varato e la giunta ne dovrà essere messa a conoscenza, a partire dal governatore che ha voluto fortemente l’approvazione di questa delibera. Lombardo saprà quindi tutto prima che un assessore firmi qualche atto”.
E se non bastasse “Repubblica” ecco il Gds, di solito assai prudente: “Cinque pagine piene di richiami a leggi e decreti per dire agli assessori che tutti, o quasi, gli atti da loro compiuti devono prima passare da Palazzo d’Orleans. Pena, la nullità dei provvedimenti. Il presidente ha scritto la delibera martedì ma negli assessorati è arrivata fra giovedì e ieri. Il testo prevede l’obbligo di «dare preventiva comunicazione per assicurare una informazione e eventuale determinazione collegiale» sui vari provvedimenti. L’elenco degli atti che devono prima passare da Palazzo d’Orleans è lunghissimo. In primis, l’assegnazione di risorse pubbliche (almeno quelle di importo superiore a 5 milioni). Poi gli assetti territoriali: dalla programmazione urbanistica alla pianificazione commerciale, soprattutto se sono previsti insediamenti di grandi strutture di vendita. Pur supportata da una sfilza di norme, la mossa di Lombardo circoscrive l’autonomia dei membri della giunta”.
Siamo perplessi, Signor Presidente. Ma se lei si è preso la briga di sconvolgere il globo terracqueo per formare il suo splendido governo tecnico, che bisogno c’è di atteggiarsi a Grande Fratello per sbirciare nei mutandoni istituzionali di coloro che lei stesso ha nominato? Non si fida dei suoi? Teme pasticci o infedeltà nell’esecuzione del mandato? Non avverte una stridente contraddizione tra il vanto che mena del suo governo in pubblico e la mordacchia che agita in privato? Altra storia. Come mai per i soldi della pubblicità desidera ulteriori controlli? Anche qui non si fida? Perché, vede, i soliti cinici e cattivi potrebbero pensare a un modo per blandire i blandibili e chiudere le porte ai suoi odiati ascari, usando i rubinetti di Mamma Regione. Si rassicuri, presidente, noi siamo buoni, anzi buonissimi. Fino a prova contraria.