Ars, 38 ore di lavoro in 100 giorni | Serve davvero un vicepresidente? - Live Sicilia

Ars, 38 ore di lavoro in 100 giorni | Serve davvero un vicepresidente?

Anche oggi salta l'elezione della seconda carica dell'Assemblea. Una poltrona vacante già da cinque mesi. I deputati si danno appuntamento tra otto giorni. "Una settimana di ferie vergognose" denuncia Vinciullo.

PALERMO – Ma davvero alla Sicilia serve un vicepresidente dell’Ars? Anzi, serve alla stessa Assemblea un secondo vicepresidente, oltre a quello già in carica, Antonio Venturino?. Qualche big del parlamento siciliano ne è convinto: “No, non serve a nulla” ammette con un sorriso. E del resto, da cinque mesi l’Assemblea va avanti senza quella carica. E non sembra avvertire alcuna particolare conseguenza: Sala d’Ercole, infatti, è lenta e improduttiva come al solito.

Anzi. Paradossalmente la scelta del sostituto di Salvo Pogliese sta contribuendo a rendere ancora più immobile l’assemblea regionale. L’elezione del vicepresidente dell’Assemblea regionale figura per la prima volta all’ordine del giorno di Sala d’Ercole il 16 settembre scorso. Due mesi e due giorni fa. Giorni in cui quel punto è stato regolarmente “saltato”, con conferenze di capigruppo convocate sul momento. E concluse tutto con lo stesso esito: rinvio. Un rinvio che spesso portava con sé quello dell’intera seduta. Fino a oggi. Quando l’Aula sembrava pronta per “il grande passo”, dopo le surreali elezioni siracusane, dopo le fibrillazioni del rimpasto e quelle legate alle mozioni di censura che non verranno, alla fine, mai discusse. Dopo due mesi di nulla, insomma, Sala d’Ercole sembrava aver ripreso fiato. E invece, dai comignoli di Palazzo dei Normanni una nuova fumata nera.

Fumata nera che finisce, come detto, per paralizzare il resto dell’attività dell’Ars. Invece di lavorare a disegni di legge o a interventi concreti, l’Assemblea si è avviluppata in questo gioco che ha un solo e visibile effetto: quello di garantire a una forza politica una indennità di funzione mensile aggiuntiva allo stipendio di deputato. E quella di garantire la presenza all’interno del Consiglio di presidenza, da dove passano le decisioni più importanti del Palazzo. E dove devono essere rappresentate tutte le forze politiche. Che nel frattempo si sono frammentate a tal punto da produrre, anche grazie a utili deroghe, una folla invidiabile di questori e segretari.

Insomma, l’interesse per quella carica c’è. Ma è solo del Palazzo. Alla Sicilia non è che interessi granché. Ma poco male. I deputati regionali hanno più o meno fatto spallucce. La politica è politica. Un accordo ancora non c’è. Il centrodestra è spaccato. E qualcuno vuole verificare la possibilità di “dialogare” con pezzi della maggioranza di governo. Poco male. Tutto rinviato. Anche stavolta. Se ne riparlerà, però, nella “seconda settimana di dicembre”. I giorni in cui l’Aula, dato per scontato che anche quest’anno non sarà possibile approvare un bilancio, anche a causa delle “necessità” dei partiti di maggioranza di rifare il governo, dovrà mettere mano all’esercizio provvisorio. Oltre a rifare i vertici di tutte le commissioni parlamentari.

Per non saper né leggere né scrivere, intanto, i parlamentari si sono dati appuntamento a mercoledì. No, non domani. Che fretta c’è? Mercoledì prossimo, tra otto giorni. Fino ad allora, l’Ars non discuterà né approverà nulla. Anzi, non lo farà nemmeno il 26. Quando all’ordine del giorno sono previste le nuove, inutili discussioni sul caso delle trivelle e su una mozione contro il segretario Patrizia Monterosso che non produrrà – è evidente fin da ora – alcun effetto contreto.

Ma l’andamento lento di Sala d’Ercole inizia a imbarazzare gli stessi deputati. “Stiamo esagerando”, sussurra qualcuno tra i corridoi. Mentre c’è qualcuno che ci mette anche la faccia. Si tratta del deputato Ncd Vincenzo Vinciullo: “Abbiamo deciso di prenderci una settimana di ferie vergognose”, ha detto. Facendo notare, a un’Aula quasi vuota, che il disinteresse del governo e quello dei parlamentari si traduce, ad esempio, nel ritardato sblocco dei finanziamenti per l’edilizia scolastica.

Ma la settimana bianca dell’Ars è solo l’ultimo esempio di un’Assemblea inoperosa. Tra sedute “saltate” insieme al rinvio dell’elezione del vicepresidente e mozioni buoni per evidenziare solo l’arte oratoria dei parlamentari siciliani, Sala d’Ercole ha lavorato, dal 31 luglio a oggi, per 38 ore. In oltre cento giorni. Producendo una legge voto e un’altra legge buona solo a garantire gli stipendi dei Forestali. Solo un dato positivo, tra questi numeri desolanti: da giugno a oggi l’Assemblea ha risparmiato le somme che sarebbero servite per garantire l’indennità di funzione del vicepresidente, cioè 1.800 euro mensili. Quasi diecimila euro risparmiati, insomma, da un parlamento che non sembra sentire la mancanza di un vicepresidente. Già, alla Sicilia serve davvero?


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