PALERMO – Assolti perché il fatto non sussiste. Si è conclusa così la vicenda che vedeva imputati gli ultimi due sindaci del comune di Terrasini, Girolamo Consiglio e Antonio Randazzo e i loro capi area dell’ufficio tecnico, Aldo Carano e il suo predecessore Giuseppe Palazzolo. L’accusa era di omissione di atti d’ufficio legata alla mancata demolizione di costruzioni abusive che ricadono nella riserva naturale orientata di Capo Rama, a Terrasini, gestita dal Wwf. La stessa associazione, insieme a Legambiente, si era costituita parte civile al processo che si è concluso oggi di fronte ai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Palermo.
La vicenda nasce nel 2006 con l’esposto presentato dall’ex sindaco di Terrasini, Vittorio Emanuele Orlando. L’accusa iniziale era di abuso d’ufficio, mutata in omissione di atti d’ufficio dopo il passaggio dal gip che ha imposto il processo per amministratori e tecnici del comune di Terrasini. Ma la stessa accusa, nella sua requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione dei quattro imputati. Per il pm, infatti, non esiste un precedente giuridico applicabile alla fattispecie. Parla di un reato “non configurabile”, per cui “di inerzia si può parlare, ma non di rifiuto, come vuole la legge”. Di “responsabilità politica, ma non penale”. E non si poteva far riferimento ad atti “indifferibili” perché gli immobili in questione non comportavano pericoli né in termini igienico-sanitari, né tantomeno rischiavano di crollare da un momento all’altro, facendo saltare l’ipotesi di incolumità pubblica.
In sostanza i due amministratori non avrebbero competenza in materia di abusivismo edilizio. Il legale di Girolamo consiglio, Salvino Pantuso, ha poi aggiunto che, per la cronaca, nel 2009, buona parte di quegli immobili sono stati demoliti ricavando a spese del bilancio comunale di Terrasini.