PALERMO – La crisi economica che sta attanagliando la Sicilia non risparmia neppure il settore dei call center. Ben 262 dipendenti della sede palermitana di Accenture outsourcing, che fa capo al colosso internazionale nel settore della consulenza direzionale e dei servizi tecnologici e di outsourcing con oltre 289 mila impiegati in tutto il mondo, rischiano di perdere il posto di lavoro.
Il sito di Palermo, creato nel 2005 a seguito della cessione di un ramo d’azienda di British Telecom, compagnia telefonica leader in Europa per conto della quale, peraltro, Accenture gestisce quella che, di fatto, rappresenta l’unica commessa a cui i dipendenti siciliani sono stati destinati, rischia la chiusura a causa della decisione della stessa B.T. di interrompere l’accordo con Accenture con due anni d’anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto, prevista per il 2016.
A fare luce sulla vicenda ci pensa Giuseppe Giallanza, rappresentante sindacale Rsu Slc-Cgil: “E’ una situazione piuttosto ingarbugliata. Dopo l’annuncio di B.T., che ha colto tutti di sorpresa, pareva che si stesse andando nella direzione di una possibile ricomposizione della frattura con Accenture per trovare una soluzione che potesse venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Nelle scorse settimane, tuttavia, le parti si sarebbero nuovamente allontanate. Le notizie giungono ai dipendenti con il contagocce e non sono certo incoraggianti”.
“Fa davvero specie – prosegue Giallanza – constatare la scarsa attenzione dedicata alla questione. C’è in gioco il destino di 262 lavoratori, che da un momento all’altro potrebbero ritrovarsi disoccupati. Gli impiegati vivono in un clima di costante incertezza e non godono neppure del diritto di conoscere il loro destino. La sensazione, tuttavia, è che Accenture non sia affatto interessata a mantenere aperta la sede di Palermo”.
