GIARRE – Dopo l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario in consiglio comunale, a Giarre è l’ora delle polemiche. La misura anti dissesto, prevista dalla legge 213 del 2012, nel comune ionico si traduce nell’aumento al massimo delle aliquote Imu e nel mantenimento del canone idrico, già raddoppiato ad ottobre per salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Leo Patanè è uno dei consiglieri che hanno espresso voto contrario. “E’ un piano che fa pagare ai cittadini gli errori dell’amministrazione – spiega Patanè – Ciò che più colpisce di tale piano è l’aliquota massima sia per la prima che per la seconda casa e ciò non è ammissibile perché la casa non può essere considerata un bene di lusso ma spesso è soltanto il frutto dei sacrifici di una vita. Inoltre – prosegue il consigliere d’opposizione – ho trovato intollerabili le voci girate in questi giorni ed usate come strumento di ricatto per indurre i consiglieri a votare. Tra queste la paventata perdita del lavoro per i precari in caso di mancata approvazione dei riequilibri di bilancio. Trovo ciò è uno squallido strumento di ricatto e di terrorismo psicologico tra l’altro privo di fondamento”.
Ma l’intervento più duro in consiglio comunale è quello di Fabio Di Maria, l’unico tra i consiglieri di maggioranza a non votare il piano.
“Non si possono aumentare le tasse ai cittadini quando si spendono contemporaneamente quasi un milione di euro per gli arredi del palazzo comunale di viale Federico II di Svevia”. Un attacco sferrato al dirigente dell’area finanze Letterio Lipari reo, secondo Di Maria, di aver sperperato migliaia di euro in un momento in cui l’Ente era ormai sull’orlo del dissesto. Determine dirigenziali in mano, Di Maria ha elencato la lunga serie di spese folli: quasi 17mila euro per le tende degli uffici, 24mila per la tinteggiatura e le rifiniture ed oltre 67mila euro per la sistemazione delle aiuole esterne. “Mentre il palazzo splendeva – accusa Di Maria – all’esterno il dirigente non autorizzava l’acquisto dei sette tombini che sono stati rubati lungo il viale Federico II di Svevia e la cui mancanza ha già causato ben sette incidenti stradali per i quali il Comune dovrà pagare i danni”.
Parla di voto sofferto ma necessario, invece, il capogruppo del Pds – Mpa Gaetano Cavallaro che non condivide le accuse rivolte a Lipari. “Il dirigente sembra essere diventato la causa di tutti i mali – dice Cavallaro – Prima quando i consiglieri andavano a piatire somme era il migliore dirigente che c’era, ora non lo è più. E’ la politica che sceglie i dirigenti e che dà le direttive. Quindi se il dirigente va oltre è la politica che lo deve fermare. E ricordiamoci che chi lo critica ha un assessore in giunta”.
Il consigliere Cavallaro torna poi sul piano di riequilibrio. “Quei consiglieri che oggi si fanno paladini dei cittadini e si dicono contrari all’aumento delle tasse – dice Cavallaro – hanno determinato questa situazione. Tra settembre e ottobre dello scorso anno si era giunti ad un accordo che prevedeva l’aumento delle aliquote Imu al 4,8 per mille sulla prima casa e al 10,60 per mille sulla seconda. Approvandole non avremmo dovuto aumentare al massimo il canone dell’acqua e l’Imu, e avremmo rispettato il Patto di stabilità”
Infine Cavallaro attacca senza mezzi termini anche Leo Patanè, consigliere d’opposizione dell’ultima ora: “Io sono stato coerente fino alla fine. Che credibilità può avere invece un consigliere che fino a ieri era in giunta e che ora spara a zero nel piatto in cui ha mangiato fino ad oggi? ”.