PALERMO – È bufera attorno all’assessore all’Energia Vania Contrafatto. Una circolare emanata ieri sulla gestione del servizio idrico impone ai Comuni l’obbligo di dar vita alle nuove autorità d’ambito entro il 12 aprile. Un tema sul quale si consuma l’ennesima spaccatura all’interno del Pd. È durissima la reazione alla decisione della Contrafatto, in particolare, del vice capogruppo all’Ars del Partito democratico Giovanni Panepinto. Che non esita a parlare di “tono offensivo nei confronti dei Comuni, che soffrono proprio per le inefficienze dell’assessorato. La legge è stata approvata lo scorso agosto. E dopo l’impugnativa del governo, l’assessore non si è opposta di fronte alla Consulta per difendere il testo”.
“Basta con questa storia dei commissariamenti – continua il parlamentare e sindaco di Bivona -. Oggi i ritardi accumulati sono proprio quelli dell’assessorato: dai Piani di azione per l’energia sostenibile, all’impiantistica, all’acqua. Dovrebbero essere i Comuni a commissariare la Regione – insiste Panepinto -. Mi piacerebbe che la Contrafatto entrasse nell’ordine di idee di essere un politico, non un magistrato che emette editti. Si metta piuttosto a fare funzionare i Comuni – conclude -, e visto che ha indubbie qualità umane, sarebbe bene se incontrasse e conoscesse i sindaci”.
E non è più morbida la posizione del presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando. “Vania Contraffatto continua a ‘divertirsi’ accusando i comuni di inadempienze – afferma -. L’assessora si distrae e fa campagna di distrazione di massa per non rispondere della gestione del sistema idrico in Sicilia, in mano a gruppi privati con complicità pubbliche e talora oggetto di inchieste giudiziarie. La Contraffatto – aggiunge Orlando – si distrae per non rispondere della confusione legislativa regionale in materia di acqua impugnata anche dal Governo nazionale, si distrae per non rispondere della circostanza che l’odierna messa in mora ai Commissari delle provincie nominati dal governo regionale, in realtà denuncia il ritardo dell’assessorato e degli stessi commissari”.
”Sarebbe opportuno che sindaci e onorevoli, di qualsiasi schieramento, leggessero con attenzioni le circolari e gli atti dell’assessore prima di criticarli – è la replica della Contrafatto -. Già una lettura superificale del testo della circolare avrebbe consentito loro di fare dichiarazioni molto diverse da quelle che hanno fatto. La Regione ha compiuto tutti gli atti che doveva con velocità e ancora una volta si sta sostituendo per ovviare a inadempienze e ritardi diffusi. La circolare – sottolinea l’assessore – nasce dall’esigenza di supplire alla carente formula legislativa della legge sull’acqua. Legge che ha ‘dimenticato’ di occuparsi della regolamentazione dell’organizzazione del servizio idrico integrato”. Insomma, proprio per supplire a questo vulnus, spiega la Contrafatto, è stata emanata la circolare. E per cercare di velocizzare la costituzione dell’Assemblea territoriale idrica, l’ente di governo di ciascun ambito, è stato fissato il paletto del 12 aprile.
Contrafatto finita oggi anche nel mirino del Movimento cinquestelle all’Ars, alla Camera e al Parlamento europeo. Stavolta, però, in tema però di rifiuti. In merito alla richiesta di mappatura degli impianti comunali di raccolta, i grillini si dicono sorpresi per il fatto che l’assessore abbia “annunciato il finanziamento di altri 40 centri comunali di raccolta entro aprile con fondi ministeriali, quando contemporaneamente non esiste un piano per ripristinare e mettere finalmente in funzione quegli impianti che dal 2006 risultano inattivi e per i quali rischiamo di dover restituire ben 38 milioni di euro alla Commissione Europea”. Una richiesta oggetto di una diffida inviata al direttore Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti Domenico Armenio e all’assessore Contrafatto.
”La diffida – affermano i deputati del M5s – mette nero su bianco la necessità di una mappatura degli impianti in quanto la Regione, sulla base della documentazione ufficiale afferma di non essere consapevole di quali di questi oltre 300 impianti, tra isole ecologiche e centri comunali di raccolta, siano effettivamente autorizzati e attivi. Il grosso rischio – sottolineano i grillini all’Ars, alla Camera e al Parlamento europeo – è che debbano essere restituiti circa 38,2 milioni di risorse comunitarie del periodo 2000-2006. Riteniamo assurdo che si possa fare una qualsiasi pianificazione sulla gestione dei rifiuti, senza avere consapevolezza degli impianti già finanziati e potenzialmente disponibili”.
I deputati del Movimento cinquestelle minacciano, poi, il ricorso all’Olaf (l’Ufficio europeo per la Lotta Antifrode) e alla Commissione Europea, se entro il 30 marzo l’assessorato non avrà predisposto ”un crono programma per l’attivazione di questi fondamentali impianti”. Contrafatto che, riconoscono i grillini, ”non è responsabile per i fondi europei e per il modo in cui sono stati certificati e collaudati tali impianti relativi al periodo di programmazione europea 2000-2006”. Ma che oggi ha il compito di ”evitare che la Regione Siciliana sia costretta a restituire queste somme. Ci si continua a lamentare della raccolta differenziata come se dovesse cadere dal cielo – sottolineano – , quando gli impianti di base sono messi nel dimenticatoio da un decennio. E l’assessorato – sostengono infine i deputati del M5s – ha il potere di sostituirsi ai comuni” per l’attivazione di queste strutture.