SIRACUSA – La guardia costiera di Siracusa e il corpo forestale hanno sequestrato stamane la centrale di sollevamento dell’impianto di depurazione di contrada Fusco a Siracusa. Il provvedimento è stato firmato dal Gip Giuseppe Tripi su richiesta del procuratore aggiunto Fabio Scavone che ha coordinato le indagini. Il gip ha lasciato la facoltà d’uso dell’impianto ai tecnici della Siam, la società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Siracusa. I reati ipotizzati sono immissione di rifiuti di qualsiasi genere in acque superficiali e sotterranee e distruzione o deterioramento di habitat naturale.
Le indagini avviate nell’estate 2016 hanno accertato che, in più circostanze, da una condotta della centrale di sollevamento venivano sversati i reflui non depurati sul canale “Grimaldi” per poi sfociare nel porto Grande di Siracusa, area di notevole interesse paesaggistico nonché area individuata come Sito di Interesse Nazionale. Dalle analisi è emersa una massiccia contaminazione da reflui fognari delle acque che scorrono all’interno del predetto canale, caratterizzate da solidi sospesi totali, escherichia coli, azoto ammoniacale e azoto nitroso. Le ispezioni nella centrale di sollevamento di contrada “Fusco” ha permesso agli investigatori di monitorarne il funzionamento e di constatare l’incapacità di assicurare il normale ciclo di depurazione di reflui civili provenienti dal Comune di Siracusa e da Solarino e Floridia. La centrale di sollevamento di contrada Fusco è stata affidata in custodia giudiziale al legale rappresentante della Società che gestisce il servizio di depurazione delle acque nella città di Siracusa.
A Milazzo, invece, secondo diversi organi di informazione, la guardia costiera ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo adottato dal gip di Barcellona Pozzo di Gotto, ponendo sotto sequestro l’impianto di depurazione consortile di Giammoro (Me). Durante le indagini è emerso che ”l’impianto depurativo di Giammoro, che tratta i reflui provenienti dalle strutture produttive e quelli provenienti dalle fognature dei comuni limitrofi, presenta notevoli criticità strutturali che inficiano la sua effettiva capacità depurativa”. E’ stato verificato che l’impianto non è dotato di nessuno strumento di misurazione, campionamento e analisi dei reflui sia in entrata che in uscita. Inoltre è stata accertata una carente attività manutentiva con un sostanziale dimezzamento della capacità depurativa originaria dell’impianto. Sono indagati i gestori dell’impianto in concorso tra loro peri reati per frode nella esecuzione di contratti di fornitura e negli adempimenti degli altri obblighi contrattuali, inquinamento ambientale e violazione degli obblighi previsti per l’istallazione e manutenzione di idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi dei reflui trattati.
(ANSA).