Aeroporto, i furbetti dei varchi | "Attratti" da iphone e orologi - Live Sicilia

Aeroporto, i furbetti dei varchi | “Attratti” da iphone e orologi

I controlli di sicurezza ai varchi

Il fenomeno dei furti durante i controlli al metal detector emerge dai dati degli interventi della Polaria. Giuseppe Lanaia, dirigente della Polizia di Frontiera, illustra il dispositivo di sicurezza per porto e scalo aeroportuale. Misure antiterrorismo: tiratori scelti h24 e cani antiesplosivi.

CATANIA – “L’occasione fa l’uomo ladro”. Mai detto è stato più azzeccato per raccontare quanto accaduto all’aeroporto di Catania con protagonista una coppia di sposi in partenza per la loro luna di miele. I due giovani prima dell’imbarco sono stati avvicinati da alcuni agenti di polizia che avevano colto in fallo il marito mentre si “appropriava” di un iphone ai varchi. L’epilogo? La giovane sposa, imbarazzatissima, ha lasciato il marito a “terra” in compagnia dei poliziotti che tentava (invano) di evitare una denuncia per furto, ed è partita da sola volando verso la meta romantica. L’unica persona felice è stata il proprietario del cellulare che lo ha riavuto indietro: era stato rubato dalla vaschetta azzurra durante il passaggio al metal detector.

Giuseppe Lanaia, dirigente Polaria

Non si tratta di un caso isolato: sono molti i furbetti che all’aeroporto di Catania cedono alla tentazione e, approfittando del prolungarsi magari di un controllo personale, agguantano iphone, tablet e anche orologi. E sono insospettabili: avvocati, ufficiali in pensione, liberi professionisti. Le telecamere però non sbagliano e nel 95% questi casi si risolvono in poco tempo: con identificazione del ladro e la restituzione del bottino. E’ uno dei dati che emerge dalle attivita dell’Ufficio di Polizia di Frontiera diretto da Giuseppe Lanaia, che ha il compito di “monitorare” e “vigilare” sullo scalo Vincenzo Bellini e sull’area del porto cittadino.

La Polaria è il perno del sistema di sicurezza dell’aeroporto. Sono “gli angeli custodi” che tutelano operatori (Sac, Enac, società handling) e passeggeri. L’obiettivo è quello di far rispettare tutte le norme previste dal piano nazionale della sicurezza aeroportuale. “Noi interveniamo – spiega il dirigente Lanaia – negli inghippi e nelle falle che possono incorrere nel sistema sicurezza”.  E da questo punto di vista la Sac non sempre riesce a garantire quello che Lanaia chiede. “La loro organizzazione interna – chiarisce – non consente di dare risposte complete a quello che chiedo in materia di sicurezza”. Però, va detto, le cose piano piano stanno migliorando e i rapporti con la società di gestione della scalo “sono improntati sulla cordialità e la proficua collaborazione”.

Agente polaria del controllo passaporti

L’aeroporto si divide in due aree: quella dei terminal e la zona sterile (airside) dove accedono solo persone (anche dipendenti e operatori dello scalo) sottoposte a un controllo approfondito. E nei suoi compiti la polizia di frontiera ha la supervisione dei controlli ai varchi centrali (in alternanza con la Guardia di Finanza), oltre al monitoraggio sui voli sensibili (in questi primi mesi del 2015 sono stati controllati 1679 voli provenienti da area extra Shengen). “Su questi avviene un controllo a campione” – spiega il dirigente. E il fiuto investigativo dei poliziotti in questi casi assume una rilevanza cruciale. Controlli a campione, anche da parte della pattuglia operativa h24 e delle “squadre invisibili” che controllano le aree dello scalo. Importante è l’attività inerente la supervisione documentale: con conseguente respingimento alla frontiera e divieto di espatrio. Da gennaio ad oggi la Polizia di Frontiera ha eseguito 3 respingimenti e impedito 4 tentativi di espatrio.

L’allarme terrorismo ha avuto ripercussioni anche sul lavoro degli uomini diretti da Giuseppe Lanaia. “Dopo i fatti di Parigi dal Ministero sono arrivate precise disposizioni per innalzare il livello di sicurezza” – spiega. Tre unità cinofile antiesplosivo e una quadra di tiratori scelti pronti a centrare obiettivi pericolosi. Gli “snipers” catanesi sono ben mimetizzati tra gli angoli dell’aeroporto e il mirino dei loro fucili di precisione è in allerta h24. “Sono appostati ma non si vedono. Una decina sono addestrati per intervenire in caso di attacco terroristico” – spiega Lanaia. “Spero però che il loro munizionamento si arrugginisca” – sono le parole usate dal poliziotto. Perchè la speranza e che allo scalo catanese non sia mai necessario ricorrere al loro intervento.

I controlli per i voli internazionali

E’ di gennaio l’arresto di un albanese che aveva cercato di imbarcarsi in un volo per Londra con un documento falso: nella sua pendrive furono trovate foto sospette che lo ritraevano mentre imbracciava un kalashnikov. Le manette scattarono per le norme in materia antiterrorismo e non per i documenti falsi, da aprile però la legge è stata riformata ed è stato configurato l’arresto in flagranza anche per “tutti i delitti di fabbricazione e detenzione di documento falso di identificazione valido per l’espatrio”. Dall’inizio dell’anno sono 34 i falsi documenti sequestrati. Su questo filone Giuseppe Lanaia annuncia che presto allo scalo catanese partirà la sperimentazione di un nuovo sistema di supporto informatico innovativo che permetterà di far dialogare i database dei vari lettori ottici dal check in, al controllo ai varchi al gate d’imbarco. “Questo permetterà di seguire il passeggero – afferma il dirigente Lanaia – dal primo contatto in aeroporto fino all’ultimo. E quando ci sarà un’anomalia o una mancanza di corrispondenza scatterà un alert che ci permetterà di intervenire immediatamente”.

Parlando sempre di numeri, in totale in questi primi mesi targati 2015 sono stati due gli arresti eseguiti dalla Polaria, oltre all’albanese è stato assicurato alla giustizia un rumeno destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare. Sono 18, invece, le persone denunciate a piede libero. Sono 33 i reati denunciati nell’area di competenza, mentre sono 48 quelli fuori dall’ambito di “territorialità” della Polaria. Per fare un esempio, molti turisti affittano la macchina e mettono le valige all’interno del portabagagli. Fanno un giro in centro e quando restituiscono l’auto a noleggio in aeroporto scoprono che sono stati derubati: da qui la denuncia all’ufficio della polizia di frontiera.

Il porto di Catania

Il tema sicurezza al Porto di Catania è un tassello che scotta. Le lacune sono tante. “Il sistema di videosorveglianza ha notevoli carenze” – incalza Lanaia. Ci sono problemi di natura logistica: come i centinaia di container posteggiati sui moli che impediscono una visuale sugli ormeggi. Ma i passi da gigante ci sono stati. La polizia di frontiera in sinergia con l’autorità portuale ha ottimizzato un procedimento documentale che ha quasi “debellato” il fenomeno dei furti di semirimorchi all’interno della zona portuale. Restano, invece, numerosissimi i camion danneggiati e i carichi rubati. Ma qui torniamo al problema degli impianti di telecamere. Dati alla mano la Polaria ha contestato 145 violazioni del codice di navigazione e controllato 402 navi (merci e passeggeri). Un ulteriore beneficio in termini di vigilanza e tutela sarà dato quando sarà consegnata finalmente la nuova darsena commerciale che permetterà una divisione dell’area portuale più organizzata: da una parte quella riservata alle merci, in quella “vecchia” resteranno le attività turistiche e diportistiche. “Questo consentirà un maggiore livello di sicurezza” – è il verdetto di Giuseppe Lanaia.

 


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