CATANIA- Il potenziale del Distretto Sud Est e le interconnessioni strategiche con l’aeroporto Fontanarossa in un ottica di sviluppo e rilancio territoriale. E’ stato questo il tema dello stimolante dibattito svoltosi ieri sera allo Sheraton, per il terzo appuntamento del ciclo d’incontri, promossi dalla Sac, dal titolo “L’isola che decolla”. Al meeting, in cui era prevista la presenza dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri che però ha dato forfait, erano presenti i vertici della S.A.C. S.p.A. e Giovanni Puglisi, rettore Università “Kore” di Enna e presidente Unesco Italia. A moderare il dibattito il giornalista Salvo Fallica.
Al centro del dibattito un’idea ambiziosa ma che può contare sulle peculiarità del nostro territorio. E nello specifico il progetto si fonda su una maggiore integrazione sinergica fra le infrastrutture del Distretto nell’ordine di mettere in moto un significativo cambio di passo e accrescere potenzialmente l’appeal per attrarre investitori di tutto il mondo in Sicilia. Ma lo sforzo richiesto perché tutto ciò avvenga, lo si sa, non è poco e non solo in termini economici. “L’intuizione del sindaco Enzo Bianco – ha spiegato l’AD Sac Gaetano Mancini – di programmare in maniera integrata le attività economiche di Catania, Siracusa e Ragusa è un’idea assolutamente corretta. Di più, è un modo concreto di pensare il futuro della nostra Isola, il futuro di un’area che di fatto rappresenta quasi 80% dell’intera economia regionale. Credo che il sistema aeroportuale integrato Catania-Comiso possa fare molto all’interno del sistema Sud-Est. Da gennaio a maggio Fontanarossa ha avuto una crescita del 15%. Nel contempo lo scalo di Comiso, nel suo primo anno di attività, ha registrato un successo al di là delle più rosee previsioni”. Ma il solo aeroporto non è sufficiente per porre rimedio a tutti i problemi. Il tentativo di far ripartire il territorio, secondo l’amministratore delegato, è un compito che non può gravare unicamente sulla SAC, “perché un sistema aeroportuale efficiente – ha continuato Mancini – da solo di certo non basta per lo sviluppo di un territorio. Serve un progetto di logica aggregativa, con idee dinamiche e vere ricette per il turismo, senza le quali ogni sforzo è inutile. Occorrono politiche mirate al settore del turismo, – ha risolto Mancini – realizzabili solo attraverso la capacità di superare qualsiasi eventuale divisione”.
E a tal proposito è intervenuto il sindaco Bianco il quale ha immediatamente sottolineato, “come in questi giorni si stiano delineando a Roma le linee guide del programma operativo nazionale trasporti. E uno degli argomenti in discussione è proprio inerente i lavori a Fontanarossa. Con il Distretto del Sud-Est sta – ha detto ancora il sindaco – nascendo un fenomeno straordinario di aggregazione, con una spinta dal basso. Perché oggi non vince la singola azienda, ma il territorio realmente più competitivo. Serve quindi una rete che non sia però gravata di costi assurdi”.
E in una visione globalizzata del mondo in cui la competizione non può avvenire più fra piccoli stati, è solo l’unione a fare davvero la forza. “Si vince se si fa squadra. – afferma Bianco – I litigi rappresentano un freno enorme per lo sviluppo, dunque occorre andare d’accordo. Anni fa pensavo a un’idea di Sicilia non lontana dal modello Trentino Alto Adige, con due macroprovince, una occidentale e una orientale. Nella medesima ottica, oggi puntiamo con convinzione e decisione sul Distretto Sud-Est. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio – ha continuato il sindaco – gestirà i fondi comunitari per lo sviluppo. Bene, ormai è ufficiale: il nostro progetto “Cultura in movimento” è stato approvato, primo buon successo per il Distretto. Una realtà che vince se riesce a consolidare e fare crescere le proprie infrastrutture. Lo scalo di Catania, va da sé, ha un ruolo fondamentale. Mentre un effetto deleterio potrebbero avere strane riforme contro cui ritengo doveroso battersi. Lo dico chiaramente: no a un’unica autorità portuale per tutta la Sicilia! Diverrebbe l’ennesimo carrozzone regionale, di cui questa terra non ha bisogno. Sarebbe figlio di quell’autonomia speciale che, – ha concluso Enzo Bianco – per come è stata usata nei decenni, ha frenato il progresso dell’Isola”.
Ma a rendere ancora più appassionante il dibattito ha contribuito il raffinato e colto intervento di Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università “Kore” di Enna e Presidente Unesco Italia. La metafora “dell’Isola che decolla” per il professore è anche una sineddoche: la parte per il tutto. “Un aereo, – ha spiegato Puglisi – è fatto di una struttura, del carburante, di piloti. La struttura, la carlinga è la Sicilia, la regione che ha il maggior numero di siti Unesco del Paese. Il carburante è il sistema, la rete Sud-Est della Sicilia, motore economico-industriale. Una rete che determina sinergie, valorizzando l’esistente, creando occupazione e dando speranza per un viaggio di lungo periodo. Quanto a chi pilota, – ha detto ancora – questo soggetto ovviamente è la classe politica, che dovrebbe essere in grado di dare la possibilità di crescere e di svilupparsi alla regione. Purtroppo finora – ha concluso Puglisi – sono d’accordo con il sindaco Bianco, lo Statuto speciale è stato un vero castigo per la Sicilia”.
E al suo debutto era invece il nuovo presidente della Sac, Salvatore Bonura, il quale ha evidenziato come il dialogo su beni culturali, infrastrutture e sviluppo rappresenti in qualche modo un elemento di novità nel dibattito siciliano. “È infatti una acquisizione recente – ha detto Bonura – il pensare a cultura, turismo, economia e alla società che ci circonda come a un enorme sistema complesso composto da tutti questi elementi insieme tra loro necessariamente interdipendenti. Un poeta, Franco Fortini, scrisse che non è nei singoli guizzi di genio, nei singoli epigrammi che va a realizzarsi la poesia, ma che occorre chiarezza, occorre un piano. Allo stesso modo la cultura non può ridursi a un singolo evento contingente legato a uno sponsor o a un finanziamento pubblico. Considero importante – ha continuato – che a questo tavolo siano rappresentati i mondi di cultura, economia e politica, per tracciare un percorso di intersezioni fra settori sino a ora del tutto interdipendenti e scollegati”. E lo sforzo è ancora più significativo perché guarda nella direzione di quanto chiesto dall’Europa, “che sollecita – ha detto – una collaborazione e una cooperazione virtuose tra singole realtà, per creare un nuovo organismo sociale ed economico, con nuove e più ambiziose capacità economiche e quindi sociali. E per fare questo è opportuno un vero gioco di squadra. Che, per quanto ci riguarda – ha concluso il presidente – come Sac, metta al centro il passeggero e soddisfi in primo luogo le sue esigenze”.