PATERNO’ – Perde forza finanziaria il clan Laudani. La Dia di Catania sta sequestrando beni e quote societarie di uno dei maggiori esponenti della cellula paternese della pericolosa cosca: Vincenzo Salvatore Rapisarda, figlio del più noto Turi Rapisarda. La famiglia è quella dei “Morabito-Rapisarda”, storicamente affiliati ai Mussi I Ficurinia e rivali degli Assinnata, referenti dei Santapaola a Paternò.
La Dia – guidata dal capo centro Renato Panvino – ha eseguito un decreto di sequestro nei confronti dell’imprenditore (attualmente in cella) emesso dal Tribunale di Catania Misure di Prevenzione su proposta del direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla. Sono state sequestrate una società e altre quote di partecipazione di aziende che operano nella logistica e nei trasporti. Oltre a questo anche disponibilità finanziarie, il tutto per un valore stimato in un milione e mezzo di euro.
Il clan Morabito Rapisarda, di cui è affiliato il destinatario della misura eseguita dalla Dia, è stato decapitato lo scorso febbraio nel corso dell’operazione Vicerè dei Carabinieri. Il blitz azzerò l’intero organigramma, in quanto portò agli arresti oltre 100 indagati. Vincenzo Salvatore Rapisarda è accusato dagli inquirenti di associazione e rivelazioni in atti d’ufficio. Per quella ordinanza il Riesame dispose l’annullamento, ma per il figlio del capomafia non si sono aperte le porte del carcere perchè colpito da un’altra misura cautelare sempre eseguita dai carabinieri ma nel 2015. Questa volta le indagini riguardavano la cruenta guerra di mafia che ha portato all’omicidio del boss Turi Leanza (detto Padedda) che stava cercando – dopo la scarcerazione – di creare un gruppo criminale da contrapporre a Rapisarda. Per i carabinieri il mandante del delitto sarebbe il padre di Vincenzo Salvatore Rapisarda, Turi. Il processo “En Plein” nel filone abbreviato è già arrivato a una raffica di condanne, Vincenzo Rapisarda è stato rinviato a giudizio e il processo ordinario si aprirà tra qualche mese.
La storia imprenditoriale del 28enne è stata sviscerata dalla Dia. Il 12 Ottobre 2015, la Prefettura di Catania ha emesso un decreto interdittivo nei confronti della società R.S.A. Trasporti Srl, a seguito di alcuni esiti investigativi relativi alle frequentazioni con presunti malavitosi e alla vicinanza di Rapisarda (amministratore unico della RSA fino al 29 giugno 2015) agli ambienti della criminalità organizzata. Le indagini patrimoniale e societarie hanno consentito di far emergere come Rapisarda dopo l’arresto abbia ceduto le quote societarie di due aziende di trasporto a dei congiunti, al fine di eludere – secondo la Dia – eventuali misure patrimoniali. Le cessioni, seguendo quanto stabilito dalle normative antimafia, sono considerati privi di efficacia e il Tribunale di Catania ha quindi esteso il provvedimento ablativo anche alle quote sociali che sono state fittiziamente cedute.