“Non facciamo congetture, saranno le indagini a chiarire le responsabilità della vile aggressione al sovrintendente del teatro Massimo, Antonio Cognata, ma se c’è qualcuno che vuole fermarci sulla strada del taglio dei privilegi e delle sacche di benefici illegittimi sappia che il consiglio di amministrazione continuerà ad andare avanti come un treno”. Ecco il sospetto avanzato dal sindaco e presidente della Fondazione teatro Massimo, Diego Cammarata, sul movente del pestaggio del quale, ieri sera, è stato vittima il massimo dirigente dell’ente lirico.
Allusioni nemmeno troppo velate, quelle del primo cittadino, all’indagine condotta dalla magistratura sulla truffa relativa agli stipendi gonfiati attraverso false dichiarazioni sugli assegni familiari che ha portato al licenziamento di dodici dipendenti.
“Per noi è un momento di dolore ma anche di grande rabbia – ha detto il primo cittadino al termine del Consiglio di amministrazione straordinario convocato questa mattina – Questo teatro è il simbolo della città. Fin dal nostro insediamento abbiamo cercato di cambiare il sistema di gestione, abbiamo avviato un’azione di rinnovamento, portata avanti con grande rigore dal sovrintendente insieme e su indicazione del Cda”.
I vertici del teatro hanno denunciato che, ormai da mesi, Cognata subiva minacce ed intimidazioni, tutte denunciate alle forze dell’ordine. Per qualche tempo era stata anche disposta una blanda sorveglianza. Che, evidentemente, non ha fermato i malintenzionati.
“Fino ad ora avevamo voluto mantenere il riserbo – ha aggiunto il sindaco – ma da marzo scorso il sovrintendente riceve telefonate e lettere anonime intimidatorie. Avevamo informato gli investigatori. Siamo in contatto costante con il prefetto ed il questore. Abbiamo convocato immediatamente un Cda straordinario per dare un segnale preciso. Non vogliamo solo ribadire la nostra vicinanza ed il nostro affetto a Cognata ma anche sottolineare che non verremo meno ai principi di rigore nell’amministrazione del teatro. Le regole valgono per tutti e noi siamo stati costretti a licenziare di fronte ad una vera e propria truffa, derivante da situazioni che andavano avanti da anni”.
A fianco del sovrintendente tutto il Cda che ha approvato, all’unanimità un documento di solidarietà a Cognata. “L’obiettivo del risanamento finanziario e del rilancio artistico – scrive il consiglio di amministrazione – pienamente raggiunto in questi anni, ha incontrato nel tempo resistenze e contrasti che non sono stati certamente utili a determinare un’atmosfera di costruttiva serenità”. Secondo il vicepresidente Peppe Dell’Aira ed i consiglieri Sebastiano Bavetta, Ester Bonafede e Roberto Scalia “nell’aggressione a Cognata si riconosce una aggressione al teatro ed ai suoi vertici”. Il numero due dell’amministrazione del Massimo, Dell’Aira, ha concluso: “Noi non siamo eroi, ma continueremo ad applicare la legge e le nostre posizioni non subiranno alcun condizionamento”.