CALTANISSETTA – Il Gip ha ordinato che la Procura formuli l’imputazione coatta per un marito di Caltanissetta accusato di maltrattamenti. La moglie lo ha denunciato e ha chiesto la separazione con addebito, proprio per via delle violenze subite. Il provvedimento della giudice Graziella Luparello, dunque, non ha accolto la tesi del pubblico ministero, che invece aveva formulato richiesta di archiviazione per l’uomo.
La procedura
La Procura nissena dovrà adesso formulare l’imputazione entro dieci giorni. Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto che la tesi della donna sia sufficiente perché si svolga un processo. Va sottolineato che spetterà proprio al processo stabilire se l’imputato abbia o meno commesso i reati di cui è accusato. Per il momento, comunque, non appena sarà formulata l’accusa si andrà a giudizio.
La persona offesa
La giovane donna, mamma di un bimbo piccolissimo, è assistita all’avvocato Rosario Didato. Ha denunciato, sottolinea la difesa, ben “nove episodi violenti e aggressivi subiti, pure in presenza del figlio minore”. Al punto da vedersi attivare per ben tre volte, sottolineano fonti vicine alla sua difesa, il cosiddetto “codice rosso”. Nonostante questo, la Procura aveva chiesto l’archiviazione.
Si è giunti dinanzi al Gip sulla base dell’opposizione all’archiviazione del legale della presunta vittima. Il legale della persona offesa ha depositato anche una consulenza di parte. Si tratta di una relazione informatica forense redatta dal dottore Fabrizio Dellutri di Caltanissetta. Consulenza che si basa proprio sui presunti maltrattamenti, sia di natura fisica che psicologica, che la donna avrebbe subito sin dal terzo mese di gravidanza; e proseguiti sino all’inizio di quest’anno.
L’accusa
Secondo la persona offesa, lui le avrebbe lanciato piatti e posate. L’avrebbe minacciata, aggredita fisicamente e verbalmente. Lo avrebbe fatto sia all’interno delle mura domestiche che per strada. E lo avrebbe fatto pure alla presenza del figlio minore. Episodi che sono stati tutti denunciati ai carabinieri e alla polizia. Episodi che in parte sarebbero stati documentati attraverso foto e audio prodotti in sede di denuncia.
La separazione
La donna, come detto, nel frattempo si è separata e ha chiesto l’addebito della separazione a lui. Nonostante questo, secondo la Procura le dichiarazioni rese dalla persona offesa sarebbero state caratterizzate da una serie di incongruenze rispetto ad altri elementi acquisiti dagli investigatori. Sarebbero emerse discrasie, in pratica, con referti sanitari, relazioni di intervento e dichiarazioni rese da altre persone informate sui fatti.
Il provvedimento
Da questo quadro, in pratica, era emerso – stando sempre alla Procura – un rapporto conflittuale tra le parti e una instabilità umorale della moglie, che avrebbe inciso nella serenità del rapporto coniugale. Tutte queste ragioni, a ogni modo, sono state contestate dalla difesa della donna, anche con una corposa memoria difensiva. Il legale ha già fatto sapere che si costituirà parte civile.
Ma secondo il giudice, “le argomentazioni formulate dal PM nella richiesta di archiviazione presentano diversi aspetti di non condivisibilità”. “Il descritto intensificarsi della conflittualità di coppia – scrive la gip Luparello nell’ordinanza con cui dispone l’imputazione coatta – non può giustificare né l’assunzione di comportamenti aggressivi da parte dell’uno nei confronti dell’altro, né l’assoluzione del decidente dall’onere di individuare le cause della conflittualità e l’eventuale disvalore penale delle condotte tenute dall’odierno indagato”.