PALERMO – Hanno atteso che chiudesse la bettola in cui serve da bere. Lo hanno affiancato e hanno fatto fuoco con una pistola. Due o forse tre colpi. Thomas Freeman, cinquantenne di origine liberiana, è stato colpito alla spalla, mentre era alla guida di uno scooter. Così come in sella ad un ciclomotore erano i due uomini che hanno fallito l’agguato in corso Tukory poco dopo le due della notte scorsa.
Freeman, che è in possesso di un regolare permesso di soggiorno, lavora nel mercato di Ballarò, zeppo di osterie abusive. Luoghi in cui extracomunitari e non si danno appuntamento per alzare il gomito. Non solo osterie, però, nella notte di Ballarò è facile comprare a buon mercato ogni genere di alimenti e bevande. E pure hashish e marijuna. Nel popolare mercato si riscontra in negativo la perfetta integrazione fra palermitani ed immigrati. Convivono nel sottobosco della droga dove si sono orientate le indagini degli agenti della Squadra mobile.
Non è escluso, però, che il fallito agguato (Freeman non è in pericolo di vita, ma ha rischiato grosso) sia legato a beghe personali che qualcuno aveva deciso di risolvere a pistolettate. Il dato che emerge è la facilità con cui si ricorre alla violenza per regolare i conti. Le recenti indagini della polizia hanno fatto emergere lo spaccato sconfortante di un quartiere dominato da bande criminali. Sacche di degrado che diventano terra di nessuno. Il crimine resiste ai controlli. I blitz delle forze dell’ordine nell’ambito del Cit – il controllo integrato del territorio, coordinato dalla Questura di Palermo – scovano irregolarità su irregolarità ma la situazione torna al degrado preesistente nel giro di poche ore. Le contravvenzioni per migliaia di euro e le identificazioni non scoraggiano gli abusivi e la rete di pusher.