AGRIGENTO – Dai due ai tremila dollari. Tanto costa un viaggio tra le coste del nordafrica e le coste siciliane. Tanto avrebbero pagato gli extracomunitari saliti sul barcone poi tragicamente naufragato a sud di Lampedusa la scorsa settimana. Sulla tragedia costata la vita a centinaia di migranti sta indagando la Procura di Agrigento, che oggi ha tenuto una conferenza stampa con il pm Andrea Maggioni e l’aggiunto Ignazio Fonzo.
L’individuazione del tunisino Kaled Bensalam, presunto scafista dell’imbarcazione, è stata il primo passo. Il complice è probabilmente morto nella sciagura: fondamentali nelle indagini sono stati i racconti dei superstiti, che hanno raccontato di due “white man” che erano al comando della nave. Secondo quanto ricostruito sarebbe staro Bensalam, direttamente o ordinandolo a qualcuno, a dare fuoco alla coperta che avrebbe poi causato l’incendio sull’imbarcazione. Grazie alle indagini si è arrivati a scoprire anche che Bensalam era già a capo di un’altra nave, sbarcata sulle coste lampedusane l’11 aprile, fatto confermato dallo stesso tunisino.
Durante la conferenza stampa è poi tornato in primo piano ilt ema delle denunce per immigrazione clandestina a carico dei sopravvissuti: “E’ un atto dovuto – ha spiegato Fonzo -, ad oggi abbiamo più di 13mila individui indagati per immigrazione clandestina, non riguarda solo questo caso, noi ci limitiamo ad applicare la legge”. Per quanto riguarda la presunta omissione di soccorso da parte di alcuni pescherecci, Fonzo ha precisato: “Non c’è ancora nessuna denuncia, prossimamente valuteremo il da farsi”.