"Ai siciliani manca l'ultimo scatto |Imbattibili se facciamo squadra" - Live Sicilia

“Ai siciliani manca l’ultimo scatto |Imbattibili se facciamo squadra”

Intervista a Ficarra e Picone. La cultura del piagnisteo, la difficile convivenza e i piani per "distruggere il Teatro greco e Aristofane".

L'intervista
di
8 min di lettura

PALERMO – Certo, quando si parla con Ficarra e Picone è difficile pensare al piagnisteo. Con i due palermitani le lacrime al massimo arrivano per le troppe risate. Ma nell’ultimo film il duo ha messo a nudo quell’italica ipocrisia del lamentarsi di tutto, salvo poi rimpiangere l’illegalità quando le regole finiscono per intaccare il proprio orticello. E così con i due attori pronti a portare al Teatro greco un testo di Aristofane, prosegue il nostro ciclo di interviste sulla cultura del piagnisteo. O almeno, da quello si parte, perché quando attacchi a parlare con Salvo e Valentino, non sai mai dove si va a parare alla fine.

Ficarra e Picone, ci piangiamo troppo addosso?

Ficarra: “La sfortuna è che mi stai chiamando a quest’ora perché di mattina avrei potuto fare un’intervista migliore, la mattina mi riesce meglio. Mi vanno tutte storte…”.

In Nati stanchi il tema del piagnisteo c’era.

Picone: “Più che piangerci addosso, nel nostro primo film “Nati stanchi”, tentavamo di capovolgere alcuni luoghi comuni. Per esempio il primo fra tutti è che i mafiosi sono persone potenti e noi abbiamo fatto comandare a casa del mafioso la moglie. Oppure si dice che non c’è lavoro. Noi vi diciamo che c’è e noi non vogliamo lavorare. Voi dite che c’è l’omertà, noi abbiamo fatta raccontare la storia a un muto”.

In fondo nel vostro L’ora legale anche di questo si parlava. Tutti si lamentavano ma poi quando le cose cambiavano veniva fuori che la lamentela era solo un comodo alibi.

Picone: “In questo senso sono d’accordissimo, il piagnisteo può diventare un alibi per dire non cambierà niente. Tornando a L’ora legale il problema non è soltanto siciliano, infatti il film è stato considerato da tutte le critiche uno spaccato dell’Italia, quello di un popolo di indignati che chiede a gran voce onestà e legalità ma quando capisce che questa potrebbe intaccare il proprio orticello si accorge che non va più bene. Allora meglio lasciare tutto com’era prima. Se noi vogliamo cambiare veramente le cose non basta più piangersi addosso ma non basta più nemmeno prendersela con i politici: cominciamo a guardarci dentro, il minimo dubbio che la politica sia specchio di qualcosa di noi ci deve venire. È per questo motivo che il film è stato molto apprezzato anche dalla critica”.

Ficarra: “Sì, quello è il meno siciliano dei nostri film, tutta l’Italia è così”..

Intanto quella denuncia è stata fatta con lo strumento efficace della comicità proprio da due siciliani come voi.

Picone: “Sì. E se quello di cui abbiamo parlato vale per tutta l’Italia, è vero anche che probabilmente in Sicilia siamo abituati a una lamentela da troppo tempo. E poi come abbiamo detto in un nostro vecchio sketch, noi siamo bravi a lamentarci ma se le cose le dice un non siciliano ci arrabbiamo”.

Ficarra: “Ma infatti ci chiedevamo com’è che nessuno ancora se l’era inventato”.

Pensa che cosa avremmo detto se un film come il vostro l’avesse girato in Sicilia un non siciliano. Avremmo tutti gridato al razzismo?

Picone: “Certo. Ma il nostro è stato un atto d’amore. Dall’anno delle stragi in poi, la Sicilia è andata avanti tantissimo. Dopo quelle tragedie il popolo siciliano ha fatto un balzo avanti enorme. Ora manca poco e dobbiamo sforzarci senza avere complessi di inferiorità verso altre regioni. Quello che manca dobbiamo mettercelo noi”.

Ficarra: “Non lo so ma sotto questo punto di vista, Germi i film più belli li ha fatti sulla Sicilia. I siciliani non è che hanno amato il film perché era fatto da un siciliano. Sanno che c’è amore dietro quella critica. Comunque la Sicilia ha fatto dei passi avanti in questi anni e le manca ormai solo l’ultimo scatto”.

Sì, Salvo, questo lo ha già detto Valentino…

“Sì, a me lui lo ha spiegato”.

E tu l’hai capito bene…

Ficarra: “Sì, hai visto? Comunque, i siciliani all’epoca videro l’amore che aveva messo Germi verso la nostra isola. Se una persona ti critica partendo dall’amore, va bene. Se rivedi In nome della legge, vedi una bellezza struggente”.

Due palermitani come voi hanno conquistato una platea nazionale. Non capitava spesso in passato, anche se c’erano attori comici di grande qualità. È un passo avanti, no?

Picone: “Partiamo da una cosa molto banale. Noi siamo la generazione abituata a prendere un aereo, andare in giornata a Milano e tornare. All’epoca di Franco Franchi ti dovevi trasferire a Roma. E non sempre era facile sia per ragioni affettive che economiche. I ragazzi nuovi che stano prendendo piede adesso, da I soldi spicci a Roberto Lipari o i Sansoni, come noi hanno questa grande possibilità”.

Ficarra: “Lo abbiamo detto in un incontro pubblico con Gaetano Savatteri. Spesso queste cose succedono quando ci sono grandi personaggi. Da noi ci furono attori di spessore come Pino Caruso, Franco e Ciccio. Inevitabilmente dopo è come se si rimane legati a quell’impronta. Ancora oggi a Napoli risentono dell’influenza di Troisi. Per trovare una cosa nuova devi fare passare del tempo. Anche Troisi a sua volta venne dopo Totò, ma dopo quanto tempo?”.

Voi siete star nazionali ma vivete ancora a Palermo.

Ficarra e Picone: “Sì”

Non vi siete fatti sedurre dal continente.

Picone: “La nostra casa è qua. Oggi puoi fare il nostro mestiere da pendolare”.

Ficarra: “Chi si ritira dalla lotta è un gran figlio di… Siamo stati fortunati, ci sono gli aerei, pure low cost. Romanticamente non vogliamo allontanarci, questo lavoro si può fare anche da Palermo. E poi bisogna presidiare il territorio. Capace che se me ne vado mi trovo un centro commerciale al Politeama. Devono sapere che devono passare sul mio cadavere, quando ci si distrae qua ti abbattono le ville liberty. Comunque, grande rispetto per chi deve allontanarsi seppure con dolore perché non ha trovato lavoro qui”.

La Sicilia forse si ama più da lontano?

Ficarra: “Io ci sto lontano un po’ e la amo tanto e dico sempre ‘peccato’. Guardando quel lungomare di Termini Imerese quando giravamo il film dicevo qual è quel pervertito a cui è venuto in mente di mettere qui un’industria?”.

Nei vostri film però date spazio ai bravi attori siciliani. Nell’ultimo c’erano davvero tutti, mancava solo Gino Carista.

Picone: “Era impegnato al Nord, a teatro. Noi lo consideriamo un genio della comicità. A proposito degli attori siciliani per noi è una grande fortuna fare un film come L’ora legale con questi grandissimi professionisti, senza di loro non sarebbe venuto così. Metà film era fatto da altri e non da noi. Da Sergio Friscia alla poetica di Marcello Mordino… Molti di loro hanno contribuito sul set ad aggiungere, a sistemare qualcosa, è stato un vero lavoro di squadra”.

Ficarra: “Sì, abbiamo una grandissima fortuna, possiamo lavorare con colleghi stratosferici: ognuno di loro potrebbe essere protagonista. Il montatore a Roma ci dice sempre: ‘ma chi aviti a surgiva?’”.

Allora i siciliani lo sanno fare il lavoro di squadra.

Ficarra: “Assolutamente”.

Si dice che siamo un popolo di grandi solisti ma non sappiamo fare squadra.

Picone: “Nel caso del cinema è più facile perché a legarci è la comune passione”.

Ficarra: “Se vogliono, i siciliani sono imbattibili”.

Salvo, sul gioco di squadra magari il Palermo avrebbe potuto imparare da voi…

Ficarra: “Ma infatti, quando il Palermo è stato dei picciotti…”.

Voi due in effetti fate squadra da una vita. Ancora vi sopportate?

Picone: “No, assolutamente”.

Ficarra: “Non ci siamo mai sopportati, questo è il segreto. Però lui conosce cose di me con le quali mi può ricattare. Picone è il pizzo che io pago alla vita”.

Addirittura…

Picone: “Tu prova a immaginare 24 anni a stare sempre insieme. Già è difficile convivere con un’altra persona ma figuratevi con Salvo Ficarra. Mi appello a tutti i lettori che lo conoscono”.

Ma perché, è veramente come quello dello sketch sul treno che masticava la chewing gum?

Picone: “No, questa dose di cafonaggine non ce l’ha,. Però vuole avere sempre ragione, riesce sempre a girare le cose e se arriva in ritardo lui si lamenta pure”.

Salvo, e Valentino è come appare sullo schermo?

Ficarra: “Lui è peggio”.

Valentino, sei davvero uno che, come si dice dalle nostre parti, il cielo ti buttò e la terra t’apparò?

Picone: “Io sono il classico tipo che tiene tiene, ma poi sbotta e poi dalla ragione mi faccio torto”.

Ficarra: “Sì, ma pure che esplode s’astuta, Fa un ‘bottino’ piccolo piccolo, non se ne accorge nessuno”.

Valentino, citando un’altra grande coppia del nostro cinema comico, in un film Bud Spencer diceva che ‘non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo’…

Picone: “Ma quasi sempre è uno sprovveduto, si comincia a dimenare, ma fa massimo movimento per il minimo spostamento. Un facemu scantare a nuddu”.

Come va la preparazione de Le Rane di Aristofane che porterete in scena al Teatro greco di Siracusa?

Picone: “Sarà un’esperienza meravigliosa. Ci confronteremo con un testo di migliaia di anni fa, un autore straordinario, un regista eccezionale, sarà bello”.

Ficarra: “È una grandissima occasione per andare a distruggere Arisotofane, il teatro greco, l’Inda e tutto. Andiamo lì con lo spirito dell’Isis, non deve restare nulla. Deve venire Aristofane e ci deve dire basta”.

A provarlo vi siete divertiti?

Picone: “Ci stiamo divertendo molto. A fine mese ci trasferiremo a Siracusa”.

La controindicazione è che dovrai stare ancora un bel po’ con Ficarra.

Picone: “Abbiamo due case diverse”.

Ficarra: “Lui va a vivere a Ragusa e io a Siracusa, neanche la stessa provincia deve essere”.

Le premesse sono le migliori…

Ficarra: “È due anni che me lo porto appresso. Poi da metà luglio devo cancellare il numero di telefono”.

Picone: “Guarda, nella commedia di Aristofane ci sono un dio e un servo. Secondo te chi fa il dio e chi fa il servo?”.

Centomila euro su Ficarra-dio?

Picone: “La cosa avvilente per me è che tutti hanno dato per scontato che il servo dovevo farlo io. Mi sorge il dubbio che già Aristofane ci conoscesse”.

 


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI