PALERMO – “Come ho anche ribadito ieri in un incontro pubblico: per me, e non solo per me, sarebbe un incubo ed è folle solo pensarlo”. Così su Twitter l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha risposto al giornalista Antonio Polito che, sempre sul social network, gli aveva chiesto se “entrerebbe in un listone unico con il Pd e Alfano”. Un incubo, povero Pisapia, del quale i giornali nazionali hanno raccontato il progetto di dar vita a una lista a sinistra del Pd che si allei con Matteo Renzi alle prossime elezioni. Con l’Italicum modificato dalla Consulta e il premio di maggioranza alla lista – non alla coalizione – che raggiungerà il 40 per cento, potrebbero nascere tentazioni di listone con tutti dentro. Ma Pisapia ha i brividi solo a pensare di stare nella stessa lista di Alfano. Altro conto, magari, sarebbe una coalizione a tre punte, con i centristi alla destra di Renzi e Pisapia a sinistra, ma su questo l’ex sindaco non si è sbilanciato. Dal canto suo, lo stesso Alfano ha risposto con un altro tweet, restando in tema: “No: zero assoluto. Io non soffro di incubi. Se ne ho avuto qualcuno, è stato migliore o peggiore ma non uguale a questo”.
Un film già visto dalle parti di Palermo questa settimana. Quando Leoluca Orlando e i suoi, trattando con il Pd sull’ipotesi di un fronte largo di centrosinistra da ricompattare alle prossime amministrative, hanno posto il veto proprio sugli alfaniani. Non se ne parla proprio, si apprende da ambienti orlandiani, di fare campagna elettorale con gli ex forzisti. Storie troppo distanti sulla città, dicono.
Insomma, più si avvicina il voto, in tutte le sue declinazioni, più stride l’anomalia di un partito si chiama Nuovo centrodestra (anche se è imminente il cambio di nome in Italia popolare) e sta organicamente nel centrosinistra. E la presenza di Alfano e del suo partito centrista staccatosi da Forza Italia viene avvertita come un corpo estraneo da chi a sinistra sta da sempre.
D’altro canto, anche nel centrodestra c’è chi, come Matteo Salvini, di Alfano e dei suoi non vuole sentire parlare. Che ne sarà allora dei centristi da qui a qualche mese? Complicato dirlo adesso. Ma le simulazioni dei sondaggisti che danno un Parlamento senza maggioranza, nel caso di applicazione della legge elettorale per come modificata dalla Consulta, fanno comunque sperare i partitini del mondo di mezzo in un futuro di accordi di Palazzo e grandi intese per chi riuscirà a staccare il biglietto per il Parlamento.