Allarme inquinamento a Siracusa | Il Comune porta i dati in Procura - Live Sicilia

Allarme inquinamento a Siracusa | Il Comune porta i dati in Procura

Porte e finestre sbarrate per i cittadini, segnalazioni alle forze dell'ordine.

SIRACUSA – “Come potrà agevolmente ricavare questa Procura, si rileva un incremento di composti organici volatili (Cov). I valori di toluene, benzene, butano e propilene certificano cattiva qualità dell’aria causata da emissioni diffuse generate dal polo petrolchimico”. Ancora un evento di cattiva qualità dell’aria a Siracusa, e il Comune raccoglie i dati e invia tutto alla Procura della Repubblica. Porte e finestre sbarrate per i cittadini, segnalazioni ai centralini di polizia municipale, vigili del fuoco ed enti di controllo; ma anche sui social alle pagine nate apposta “Segnala la puzza” e “Basta inquinamento”. Il tutto in un momento delicatissimo nei rapporti territorio-industrie nel Siracusano, con un’inchiesta chiusa dalla Procura per inquinamento dell’aria, con tre stabilimenti dei colossi Isab ed Esso sotto il provvedimento, inedito da queste parti, di sequestro preventivo, e i vertici aziendali indagati per disastro ambientale colposo.

È successo la sera di Ferragosto, e il fenomeno è proseguito durante la notte per raggiungere il picco nelle prime ore del mattino successivo. I dati sono stati disponibili solo nella tarda serata di ieri perché per alcuni la validazione arriva solo dopo l’ultima media oraria delle 24 (per tante sostanze, a norma di legge, fa fede la media giornaliera) e perciò sono da considerare definitivi il giorno dopo. Per altri, quelli che si sono dimostrati più importanti, la strumentazione apposita a causa di un guasto elettrico non ha trasmesso quanto registrato agli uffici dell’ente di controllo (che è l’ex Provincia regionale, titolare delle centraline). È stato necessario raccogliere tutto manualmente. Insomma, anche un po’ di forza di volontà degli enti di controllo, sotto la spinta delle segnalazioni di cittadini inferociti per aver dovuto serrare le finestre nonostante le temperature di questi giorni, è servita a risalire a un fenomeno molto avvertito in tutta la città.

Il sistema di monitoraggio ha dunque registrato la presenza nell’aria di idrocarburi non metanici quattro volte sopra la soglia di tolleranza stabilita dall’Oms. Ma i risultati più importanti sono arrivati ancora una volta dalla strumentazione sofisticata installata solo un anno fa nella parte alta della città (quella a ridosso del Petrolchimico). Si chiama Airsense e misura anche tutte quelle sostanze che non essendo normate sfuggivano al monitoraggio ufficiale. Ma che l’Arpa, scrivendo a Ministero e Istituto superiore di Sanità, ha individuato quali responsabili delle “molestie olfattive” denunciate dai cittadini del Siracusano. Deduzioni contenute in un report che la Procura, nei provvedimenti dei giorni scorsi validati dal Gip, ha acquisito come “elemento di sussistenza del fumus dei reati in contestazione”. In pratica la presenza nell’aria di questi inquinanti sarebbe stata, secondo la Procura, una delle prove che alcuni stabilimenti non si sarebbero comportati in maniera conforme alle autorizzazioni ricevute.

Con l’ausilio di consulenti esperti e quasi due anni di indagini, nei provvedimenti del tribunale sono indicati anche punti di emissione e infrazioni. Nel caso dell’altra sera il sistema di monitoraggio ha registrato picchi di benzene, dalle medie orarie vicine allo zero su cui viaggiava, a 10 mg per mc; toluene da 4 a 30; butano da 30 a 700; butene da 3 a 105; pentano da 33 a 900; pentene da 2 a 80; propilene da 7 a 60. Dati che a un cittadino comune non dicono granché, ma che hanno fatto sobbalzare il consulente ambientale del Comune, Giuseppe Raimondo, e indotto l’assessore dell’Amministrazione siracusana, Pietro Coppa, a inviare tutto al procuratore capo Francesco Paolo Giordano. Saltando, dunque, quel registro degli eventi previsto in Prefettura, ma giungendo direttamente sui tavoli della magistratura inquirente. “Si tratta di traccianti – ha detto Raimondo – di un evento di idrocarburi da emissioni fuggitive. Indice di un chiaro evento di natura industriale. Sono sostanze derivanti da processi di raffinazione”.

I nasi dei cittadini avevano già capito: puzza asfissiante, mal di gola e la costrizione di chiudere porte e finestre. E anche questa “costrizione” potrebbe diventare motivo di azione risarcitoria. Lo ha comunicato l’associazione consumatori Codici Sicilia, che sta seguendo l’indagine della Procura di Siracusa. “Ieri notte ho dovuto sbarrare tutte le finestre – ha detto l’avvocato Paolo Cavallaro, componente del tavolo provinciale Diventerà bellissima, che appoggia l’iniziativa di Codici – Mi sono svegliato di soprassalto perché avevo senso di nausea. Tutta la casa, ogni stanza, era piena di puzza industriale. Anche questo, tramite testimoni, sarà un punto su cui far valere i propri diritti risarcitori nelle Class action che faremo partire con Codici”.

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