I commissari dell’Amia chiedono al Comune di Palermo di adeguare, sin dal bilancio che andrà in discussione la prossima settimana, il contratto di servizio della società con un’integrazione di quasi 20 milioni che si aggiungerebbero ai 115 già previsti. Una cifra enorme che potrebbe costringere l’amministrazione attiva a chiedere ulteriori stanziamenti o ad aumentare le tasse, ipotesi immediatamente bocciata dal consigliere dell’Idv Totò Orlando che, “prima di mettere nuovamente le mani nelle tasche dei cittadini”, chiede di razionalizzare le spese e ottimizzare i servizi. Orlando, inoltre, punta il dito contro le promozioni approvate dai commissari.
Consigliere Orlando, partiamo dalla seduta di ieri sera che ha visto finalmente i commissari dell’Amia intervenire a Sala delle Lapidi. E’ rimasto soddisfatto dalla loro relazione?
“Anzitutto, il primo dato positivo è che i commissari, dopo 16 mesi, hanno finalmente deciso di interloquire con il consiglio comunale. Da tempo chiediamo di conoscere i bilanci dell’azienda e l’attività della gestione straordinaria, ma finora non avevamo ricevuto alcuna risposta. Detto questo, dalla relazione mi aspettavo molto di più”.
Cosa non l’ha convinta?
“I commissari hanno fatto semplicemente quello che hanno fatto in precedenza gli amministratori nominati dal sindaco: battere cassa quando le cose non vanno come si era sperato. Ovviamente così non può andare. Ad oggi non c’è una seria iniziativa per lo smaltimento del percolato, che mandiamo fuori a costi esorbitanti, e non si capisce quale sia il futuro della discarica. Non si hanno dati sulla raccolta differenziata o notizia di un piano di incentivazione della stessa, che permetterebbe di abbassare i costi dei servizi e produrre meno pattume. Inoltre, come ho detto ieri sera nel mio intervento, non si sono attenuti al regolamento sul controllo analogo e quindi alle direttive che il comune ha dato alle società partecipate, sia per quanto riguarda le consulenze, sia per gli incarichi esterni e le promozioni. I commissari hanno prodotto una serie di atti che non sono in linea con quanto previsto dalle direttive del Comune”.
A cosa si riferisce in particolare?
“Alle 405 promozioni, frutto di un accordo fatto dal presidente Vincenzo Galioto nel 2008 a due mesi dalle elezioni nazionali, poi bloccato nel 2009 dal presidente Marcello Caruso e dal commissario Gaetano Lo Cicero. Vorremmo capire perché sono state autorizzate. Ma ci sono anche alcune spese che lasciano perplessi, come gli incarichi affidati a varie società per riorganizzazioni aziendali costati qualcosa come 400.000 euro. Su tutto questo chiediamo chiarezza”.
Cosa ne sarà dell’Amia, adesso?
“Precisiamo subito una cosa: l’Amia è un patrimonio della città, non dei commissari o dei partiti. Se oggi è guidata dai commissari, è per le scelte politiche sbagliate del passato che hanno ridotto l’azienda in queste condizioni. Il vero problema è che non c’è da parte dell’amministrazione comunale un impegno serio per il rilancio della società. Oggi in tutta Italia le aziende che raccolgono i rifiuti producono utili, da noi invece solo perdite”.
E allora perché criticate i commissari?
“Riporto un unico dato: l’ultimo trimestre del 2009, anche se con qualche forzatura e scaricando sul Comune alcuni costi e qualche servizio, si chiuse sotto Lo Cicero con una perdita di appena 170.000 euro. Oggi le perdite ammontano a 1,5 milioni di euro e non dipende certo dal personale in esubero, perché c’era anche prima. Sul personale in esubero, inoltre, andrebbe chiarito anche un altro aspetto: perché i commissari, visto che dichiarano un esubero di personale, hanno chiuso un accordo con la società Trinacria per l’impiego di 180 Pip per la raccolta di materiale ingombrante? Delle due l’una: o non hai abbastanza personale o non riesci a rendere efficiente il personale che hai. E’ vero che non costano nulla, come ci è stato spiegato ieri sera, ma se non hai l’esigenza di un lavoratore, anche se gratis, non lo utilizzi. Che senso ha creare aspettative nei lavoratori che non potranno mai realizzarsi?”.
Da dove prenderete i soldi allora per l’adeguamento del contratto di servizio?
“La bozza di bilancio è in Consiglio, aspettiamo di capire se l’amministrazione presenterà un emendamento tecnico per venire incontro ad Amia. Ovviamente, faremo di tutto per far sì che la società attui il piano di risanamento. Un eventuale fallimento metterebbe in crisi il Comune, dal momento che ha versato il 49% delle azioni dell’Amg e alcuni immobili comunali e pertanto metterebbe a rischio sia i contich e il patrimonio, e poi perché vogliamo evitare che i poteri forti possano lucrare sul servizio di raccolta dei rifiuti. Abbiamo il sospetto che qualcuno ci abbia fatto un pensierino, ma noi non lo consentiremo, faremo il possibile per salvare l’azienda. Detto questo, prima di chiedere soldi ai cittadini, che al momento sono stati gli unici a pagare per il risanamento, vogliamo capire il perché di queste altissime perdite, fare luce sulla differenziata che non parte e su qualche delibera che ci lascia perplessi. Prima razionalizziamo le spese: non consentiremo aumenti di tariffe per servizi scadenti”.
Lei ha più volte fatto riferimento, in passato, agli stipendi dei commissari.
“Le retribuzioni sono ovviamente stabilite per legge, non le determinano i commissari ma dal momento che sono pagate con i soldi dei cittadini, poiché gravano sull’Amia, sarebbe un atto di trasparenza se venissero rese pubbliche”.