"Anche oggi c'è chi minaccia di violentare la nostra libertà" - Live Sicilia

“Anche oggi c’è chi minaccia di violentare la nostra libertà”

L'omelia all'apertura e una nota polemica tra le righe sulle recenti dispute televisive.

L'intervento di Scionti
di
3 min di lettura

CATANIA – Carissimi Concittadini e amici di S. Agata,
ci ritroviamo per questo appuntamento carico di religiosità e speranza, per camminare con Sant’Agata, Popolo e pastore insieme, per le strade della nostra Città. Una Città che si mostra “spettacolare” con la presenza dei devoti bianco-vestiti che afferrano il cordone e con forza conducono le reliquie della nostra amata Patrona lungo le strade. “Spettacolo di fede e di colori…” e quant’altro diranno di noi, carissimi devoti! Belle parole di cui non abbiamo bisogno! Nel vostro abito (il sacco di Sant’Agata), nei vostri sguardi, nelle vostre parole e nei vostri gesti rivolti a Sant’Agata c’è un desiderio di sincera ricerca, di trepidante attesa di favori celesti, che taluni snobbano come idolatria e che altri enfatizzano con lusinghe e promesse.
Anche Sant’Agata è stata snobbata, ha ricevuto promesse, lusinghe e, pure minacciata e violentata. Siamo in buona compagnia! Cosa ha fatto Agata dinnanzi alle lusinghe, alle minacce, alla violenza perpetuata nei suoi confronti? Non ha ceduto, non si è concessa, non ha fatto un passo indietro ma ha continuato a sperare nel suo Dio tenendo fisso lo sguardo su Gesù che è disceso dal cielo e ha “visitato e redendo il suo popolo” e attraverso il suo apostolo, nel carcere, l’ha guarita. “La mia persona è saldamente legata a Cristo. Le vostre insinuazioni sono come vento e le vostre minacce come fiumi in piena. Per quanto imperversino contro la mia casa, essa non potrà mai cadere, fondata com’è sopra roccia ben solida” (Gesù Cristo).
Agata non cede alle lusinghe di Quinziano (che le prometteva…)
Agata non si concede a Quinziano ed ai suoi dei “di legno e di marmo”, che sono così orrendi e sporchi a tal punto che neanche lui vuole rassomigliarli.
Agata non retrocede e non ha alcun timore né delle minacce, né del carcere, né delle violenze sul suo corpo.
Capita anche a noi oggi in questa nostra Città, nella nostra terra che è la terra di Agata, che il “Quinziano” di turno ci metta innanzi lusinghe, ci coinvolga in nefandezze, ci faccia minacce violentando la nostra libertà? (Non voglio rispondere a questa domanda).

L’esempio di Agata, che ci sta innanzi e per la quale esultiamo in questi giorni, ci insegna che il cristiano confida in Dio e “non si lascia rubare la speranza”.
Il cristiano autentico, il devoto di Agata, sincero, è chiamato a non cedere alle lusinghe dei “Quinziano” di oggi, schiavi del fascino del potere, della celebrità e delle mode di turno, a non concedere nulla a chi, forte di alte protezioni, minaccia vendetta, a non retrocedere neppure dinnanzi alla violenza e alla morte, certo, nella speranza, che Gesù risana dalla ferite e Dio risuscita i morti.
Così come affrontiamo con coraggio ed entusiasmo la fatica di questo cammino delle reliquie di Sant’Agata (giro esterno e giro interno) con altrettanto coraggio ed entusiasmo, con Agata nel cuore e lo sguardo fisso su Gesù, ed il Vangelo tra le nostre mani, vogliamo custodire la libertà di essere fedeli a Cristo nella sua Chiesa.
La libertà è dono di Dio e fin dalla creazione qualifica la nostra umanità differenziandola così dalle altre creature. Per difendere la libertà di essere cristiana e poter vivere secondo gli insegnamenti di Gesù e del Vangelo, Agata non ha esitato a consegnarsi al carnefice “Quinziano”.
Con Agata anche noi siamo convinti che “la massima libertà e nobiltà sta qui: nel dimostrare di essere servi di Cristo”.
Con questi sentimenti iniziamo il nostro cammino con Sant’Agata per le vie della nostra Città.

CITTADINI W S. AGATA


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