PALERMO – I lavori sono ripartiti ma non in tutti i cantieri e le Ferrovie tornano a bacchettare la Tecnis per l’anello ferroviario di Palermo. E’ questo l’ennesimo episodio di una vicenda che va avanti da anni, per la disperazione di commercianti e residenti, e che non sembra mai sul punto di concludersi con un lieto fine.
A inizio mese, infatti, il colosso catanese delle costruzioni, da tempo in amministrazione giudiziaria e guidato dal Professor Ruperto, nominato dallo Stato, aveva annunciato lo stop a buona parte dei cantieri dell’anello ferroviario in attesa di completare la cessione del ramo d’azienda, per il quale serviva un parere del ministero dell’Economia. Una decisione che aveva fatto balzare sulla sedia sia il Comune che le Ferrovie, con Italferr che aveva intimato l’immediata ripresa dei lavori e a cui la Tecnis aveva ubbidito, promettendo di tornare a pieno regime dal 21 gennaio.
E in effetti gli operai si sarebbero rimessi in azione sia in via Amari che al Politeama (con la Trevi spa) ma non al porto, così come messo nero su bianco da Italferr in una nuova nota inviata alla fine della scorsa settimana. Le Ferrovie contestano il fatto che non sono state mai riprese le attività “nelle aree della fascia portuale”, cioè la 1, la 2 e la 3, e i subappaltatori (Keller Fondazioni e Marchese Group Fondazioni) avrebbero addirittura iniziato ad abbandonare progressivamente il cantiere, tanto che Italferr ha chiesto nuovamente “l’immediata regolare ripresa delle lavorazioni su tutte le aree di cantiere”. Le aree sotto accusa sono quelle che interessano anche via Crispi e che quindi colpiscono una zona cruciale per il traffico della città: qui le attività sarebbero ferme addirittura allo scorso 7 dicembre, nonostante la proroga delle ordinanze da parte del Comune.