CATANIA – Pesi e contrappesi. E sullo sfondo gli effetti dello scandalo Palamara. I componenti della giunta distrettuale di Catania dell’Associazione Nazionale Magistrati – dopo il successo della Lista Partecipazione e Rappresentanza e la perdita di un seggio rispetto all’ultimo mandato di Unità per la Costituzione in una delle sue roccaforti storiche nelle ultime elezioni di febbraio – hanno eletto le cariche.
Tutto si è giocato sui numeri: Unicost poteva contare su tre eletti (Antongiulio Maggiore, giudice della Corte d’Appello di Catania, Giancarlo Cascino, giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Catania e Silvia Vassallo, magistrato della Procura dei Minorenni di Catania) così come tre sono i rappresentati della nuova compagine (Gaetano Bono, pm a Siracusa, Lidia Greco, giudice civile del Tribunale di Catania e Giuseppe Artino Innaria, giudice civile del Tribunale di Catania). A fare da ago della bilancia, dunque, è stato il magistrato eletto in quota Area (Il magistrato della Procura di Catania, Antonino Fanara).
I sette magistrati si sono riuniti per la prima volta il 26 febbraio scorso. Da quella seduta sono stati nominati il presidente, il segretario e il tesoriere della giunta. La presidenza è andata ad Antongiulio Maggiore, eletto nella lista Unicost, il ruolo di segretario è andato invece a Fanara per Area, l’incarico di tesoriere è andato alla pm dei minori Vassallo, sempre della compagine Unicost.
Una volta scelte le cariche, la Giunta è tornata a riunirsi lo scorso 3 marzo per definire “il lavoro dei prossimi mesi”. Tra i primi obiettivi: riconquistare la fiducia dei colleghi e – soprattutto – dei cittadini.