CATANIA – “Occorre colmare il vuoto legislativo per le donne che sono obbligate a partecipare alle attività della criminalità. Madri disperate che per amore dei figli sono pronti a tagliare i legami con le organizzazioni malavitose”. Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, intervenendo al Palazzo di Giustizia di Catania a un incontro prima della firma del protocollo distrettuale di attuazione dell’articolo 7 del decreto Caivano alla presenza, tra gli altri, del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.
“Bisogna rendere reale la fine delle criminalità organizzata che passa anche dalla capacità di rompere il vincolo familistico. È una sfida alla quale non possiamo sottrarci. Per fermare la mafia non deve più avvenire che qualcuno possa essere libero di insegnare la cultura mafiosa”.
Il progetto
Al centro dell’incontro ‘Il progetto Liberi di scegliere: la tutela dei minori nei contesti di criminalità organizzata’ promosso dalla Scuola superiore della magistratura, Ami e Ordine degli avvocati di Catania, sull’iniziativa promossa dal presidente del Tribunale per i minorenni etneo, Roberto Di Bella.
“Io ho sposato il progetto del presidente Di Bella – ha aggiunto la presidente Chiara Colosimo – perché un’Antimafia come la nostra, che a volte ha fatto progetti visionari come quelli sui collaboratori di giustizia, in questa fase deve farne un’altra: dare una legge alle donne che per un disperato amore stabiliscono di abbandonare le famiglie mafiose per salvare i propri figli. A questa scelta non ci si può sottrarre e occorre dare un disegno normativo”.
“Un piccolo passo avanti – ha sottolineato il presidente dell’Antimafia – è stato fatto perché prima il protocollo era sostenuto soltanto dalla Cei, che ringrazio, adesso è sostenuto anche dal Governo, con l’intervento di alcuni ministri, e ovvio che la legge darebbe maggiore stabilità economica e, quindi, anche più soldi”.
Stragi del 1992
“Abbiamo iniziato un approfondimento sulla strage di via D’Amelio – ha aggiunto il presidente Colosimo – e lo stiamo facendo perché, secondo me, proprio i 57 giorni che dividono la strage di Capaci da quella in via D’Amelio hanno ancora troppi segreti che, dal punto di vista della commissione parlamentare Antimafia devono venire fuori. Occorre dare una verità storica a quel periodo, senza mai sovrapporsi alle indagini in corso, ma con la forza di chi sa che quegli uomini hanno bisogno ancora oggi di Giustizia”.
L’indagine sul generale Mori
“Il presidente della commissione parlamentare antimafia non commenta indagini in corso”. Ha aggiunto Chiara Colosimo rispondendo a una domanda dei giornalisti sullo sviluppo dell’inchiesta sulle stragi di mafia della Procura di Firenze in cui è indagato il generale Mario Mori.