Antiparentopoli, l'Ars si blocca | Discussione rinviata - Live Sicilia

Antiparentopoli, l’Ars si blocca | Discussione rinviata

Non c'è ancora l'accordo in Aula sul ddl che stabilirà le incompatibilità fra parenti di deputati e chi ricopre ruoli di rilievo in società che hanno rapporti con la Regione. Ardizzone rinvia l'approvazione chiedendo una riscrittura del testo in Commissione.

SALA D'ERCOLE
di
3 min di lettura

PALERMO – Il ddl antiparentopoli non vede ancora la luce e tutto viene rimandato alla seduta di domani. Questa la decisione presa dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che, dopo aver ascoltato i pareri dei diversi capigruppo intervenuti, nel corso dei lavori in Aula oggi pomeriggio, ha dovuto rimandare qualsiasi decisione in merito all’accordo su quelle norme che stabiliranno le incompatibilità fra parenti di politici e deputati e chi ricopre ruoli di rilievo in società che hanno rapporti con la Regione. Ovvero,  quei figli, genitori, mogli e cognati di deputati che, come nei casi finiti di recente nelle inchieste della magistratira e sulle pagine dei giornali, hanno scosso il mondo dell’amministrazione regionale. L’ultima, in ordine di tempo, quella che ha coinvolto i big messinesi del Partito democratico Francantonio Genovese e Franco Rinaldi.

Il ddl tanto caro al governatore Crocetta, quindi, non riesce ancora a diventare legge. Il presidente della Regione nelle settimane addietro aveva espresso la volontà d’arrivare all’approvazione in Aula entro la metà della sessione estiva con un testo quanto più possibile condiviso. Ma l’approvazione del ddl antiparentoli oggi non ha superato lo scoglio del dibbattimento in Aula. A Sala d’Ercole infatti si sono vissuti veri e propri momenti di tensione con le diverse forze politiche intervenute, divise sopratutto sull’ambito che il ddl dovrà coprire. Un punto non chiarisismo che richiederà un ulteriore passaggio in commissione.

Il primo a prendere la parola in aula è Giorgio Assenza, deputato del Popolo delle libertà: “L’emendamento che presentiamo oggi è partito dalla moralizzazione della Formazione professionale ma potrebbe benissimo essere esteso a tutti i settori dell’amministrazione regionale. Detto questo mi auguro che possa trovare il più ampio consenso fra tutte le forze politiche presenti in Aula”. L’intervento dell’esponente del Pd Antonello Cracolici segue a ruota quello di Assenza: “Mi trovo d’accordo con l’onorevole Assenza sull’estensione dell’emendamento sull’antiparentopoli anche a settore delle energie rinnovabili e della comunicazione”.

In disaccordo con l’estensione ad altri settori Totò Cordaro e Bernadette Grasso di Grande Sud. Per Cordaro: “Lasciare una norma di questo tipo aperta ad una vasta gamma di settori potrebbe portare con certezza ad un’impugnativa da parte del commissario straordinario”, mentre per la Grasso “non ha senso estendere un emedamento che all’origine riguardava solo la Formazione. Io mi vergogno in questo caso di far parte dell’assemblea, il cambiamento infatti non passa dall’approvazione di un decreto ma dalle nostre risposte quotidiane sul campo”.Tra i firmatari del ddl antiparentoli è intervenuto anche il deputato del Pdl Pietro Alongi, ex vicepresidente della Provincia regionale di Palermo: “In questi ultimi giorni ho potuto apprezzare l’importanza che questa norma rappresenta per l’aula dunque a mio parere chi non ha nulla da temere potrà dare l’ok al suo via”. La successiva richiesta di sospensione del dibattito da parte del capogruppo del M5S Giancarlo Cancelleri, con l’intento di portare maggiore chiarezza fra i capigruppo, non ha inveve trovato una felice risoluzione. A darne subito dimensione è il capogruppo Pd Baldo Gucciardi con una breve nota: “Il mio gruppo non ha trovato alcun accordo durante la sospensione con gli altri gruppi parlamentari”.

Ad infiammare notevolmente gli animi il successivo intervento del deputato Roberto Di Mauro dell’Mpa in merito alla richiesta di chiarificazioni sul comma 4, inerente l’esclusione dall’incandidabilità di dirigenti e direttori sanitari a deputati regionali. La questione, aperta da Antonio Malafarina del Megafono, riguarda le norme che escluderebbero dalla legge antiparentopoli i dirigenti e i direttori delle Asp. A quel punto Ardizzone, trovando appoggio in Marco Forzese presidente della Commissione Affari Costituzionali, ha deciso per un rinvio dela seduta a domani: “Tutti i capigruppo sono giunti alla finalità di esitare questo decreto legge – ha affermato il Ardizzone – dunque la presidenza dell’Ars, sulla base di una richiesta di formulazione dell’Aula e della stessa presidenza della prima Commissione, richiede il rinvio del decreto alla stessa Commissione, affinche venga riformulato il testo e reso maggiormente comprensibile in alcuni passaggi”.

Prima della chiusura della seduta Pippo Gianni, deputato del Centro democratico, ci va giù pesante rivolgendosi all’Aula: “Io non voterò questa legge che a mio parere è incostituzionale. Non permetterò che mio figlio debba subirne le conseguenze. Se vengo eletto e votato dei cittadini, ho il diritto di espletare il mio mandato. Altra cosa è chi è ladro: chi delinque risponderà alla legge”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI