“Loro vogliono vietarmi di fare queste cose, vietarmi di incontrare migliaia di studenti come faccio ogni settimana. Vogliono vietarmi di venire nei posti e dire che si può cambiare, vogliono mettere le catene al cervello. Allora, dopo la brutta serata a Bologna e dopo una lunga nottata trascorsa dentro una caserma dei carabinieri, ho pensato che la risposta migliore è quella di continuare a fare quello che avevo previsto di fare oggi”. Così Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e presidente onorario della Fondazione Antonino Caponnetto, dopo l’intimidazione subita a Bologna dove sono stati trovati due bossoli vicino all’hotel che lo ospitava.
Antoci ha parlato nel corso di un incontro a Campobasso. “Nonostante le indicazioni fossero di rientrare subito in Sicilia – ha proseguito – io ho passato la mattinata di sabato insieme alla sorella di Emanuela Loi in provincia di Frosinone, poi sono venuto qui in Molise”.
Antoci, sempre facendo riferimento a quanto accaduto a Bologna, ha concluso: “Queste persone non vogliono fermare me, ma vogliono fermare la testa della gente, fermare i valori. Non mollano, e lo hanno dimostrato venerdì, pensano che molliamo noi, ma non sarà così”.