PALERMO – I tassisti di Palermo, difesi dagli avvocati Vincenzo e Fabrizio Fallica, hanno fatto ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della delibera del Consiglio comunale dello scorso 13 giugno che estende alle motocarrozzette il servizio taxi. I tassisti, che lamentano anche l’aumento delle concessioni in un momento di crisi economica, fondano la richiesta al Tar “su un eccesso di potere – spiegano gli avvocati – e violazione di legge”, accompagnata da un’azione risarcitoria di danni per 32 milioni di euro (100 mila per ognuno dei 320 tassista). Il Consiglio comunale – dicono i legali – ha adottato un sistema inaccettabile, e cioè ‘alzati tu che mi seggo io'”.
Secondo gli avvocati, l’amministrazione ha adottato “diagnosi e terapie errate. L’operato del Consiglio comunale è stato maldestro e illogico, perché impostato su una realtà inesistente e cioè sul presupposto che non tiene in alcun conto lo stato di disperazione dei ricorrenti soffermandosi su un futile aspetto, come quello che riguarda ‘il flusso turistico incrementato durante il periodo dello scalo settimanale al porto’, trascurando il consistente deflusso generale del turismo”.
“Da qualche tempo – concludono gli avvocati – si è verificata a Palermo una proliferazione abusiva delle motocarrozzette, che svolgono il servizio ‘taxi’ sprovviste di ogni autorizzazione. Quanto è stato scritto sia nella delibera che nel comunicato stampa del Comune ha il sapore di blasfemo in diritto, perché non si può pretendere di crescere creando nuovi posti di lavoro abbattendone altri. Tutto ciò crea uno scenario politico-istituzionale che offre un’immagine quasi grottesca, come in una squallida commedia all’italiana”. (ANSA)
“Questo ricorso fatto dai tassisti – dice Aurelio Scavone, capogruppo di Mov139 – stupisce in quanto dopo anni di totale illegalità dove questi mezzi circolarono liberamente in tutta la città, il consiglio comunale e la giunta decidono di mettere regole, di limitare lo spostamento nell’area del centro storico, di limitarne il numero a 15, i tassisti si svegliano e fanno un ricorso oppositivo. Mi chiedo dove sono stati in tutti questi anni di continua illegalità: la verità è che in questa città le regole sono un ostacolo alla serenità del silenzio omertoso”.