PALERMO – Spunta il Ponte sullo Stretto nell’inchiesta della Procura di Palermo sugli appalti ritenuti truccati che vede coinvolti l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro e l’ex ministro Saverio Romano. Un capitolo degli accertamenti, pieno di omissis, è dedicato agli interessi suscitati dall’opera.
I carabinieri del Ros ripercorrono la storia, passata e recente, della grande infrastruttura che dovrà collegare Sicilia e Calabria. Si va dai primi passi con la costituzione della società fino all’accelerazione degli ultimi anni, poco prima dei giorni nostri.
Un excursus storico a cui segue una seconda parre interamente omissata e preceduta da un’introduzione: “Una vicenda particolarmente indicativa del “sistema (o, se si vuole, del metodo) Cuffaro – annotano i carabinieri – era quella che vedeva l’ex governatore attivato da alcuni soggetti del suo entourage per sfruttare le potenzialità occupazionali e finanche di finanziamento della Nuova Dc offerte dall’annunciato inizio dei lavori di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Ci sono cifre, dati, elaborazioni al computer e rendering. Si parla di una mega opera che fa gola ad alcune lobby di potere. Un omissis copre tutto il resto della relazione consegnata alla Procura di Palermo, compresi i passaggi in cui si sarebbe manifestato l’interesse di Cuffaro e del suo entourage per l’opera pubblica.
L’ipotesi è che Cuffaro avesse attivato la sua rete di relazioni, quello che viene definito dai pm palermitani “un comitato di affari occulto”, anche per il Ponte sullo Stretto di Messina.

