Appalto pulizie al Teatro Massimo, sciopero dei lavoratori - Live Sicilia

Appalto pulizie al Teatro Massimo, sciopero dei lavoratori

Oggi il primo sit-in, domani il secondo sciopero durante l'ingresso degli spettatori per il Nabucco

PALERMO – Da oggi sono in sciopero per due giorni le lavoratrici e i lavoratori della Zenith Service Group spa, l’azienda che gestisce i servizi di pulizia all’interno del Teatro Massimo, nei locali della Fondazione di piazza degli Aragonesi e presso il laboratorio degli allestimenti scenici di Brancaccio.

Già in stato agitazione dal 3 ottobre, gli addetti al servizio di pulizia si asterranno dal lavoro per l’intero turno sia di oggi che del 29 ottobre. Il primo sit-in è in programma dalle 9 alle 12 davanti al teatro e sabato dalle ore 18,30 alle 20.30, durante l’ingresso degli spettatori al Nabucco.

A proclamare l’azione di protesta, sono la Filcams Cgil Palermo e la Fiscascat Palermo Trapani, che da tempo chiedono all’azienda il rispetto delle soglie minime dei parametri orari contrattuali. I 12 dipendenti sono inquadrati con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e parziale, con un parametro orario settimanale di 1 ore e 40 minuti al giorno, ben al di sotto della soglia contrattuale di almeno 3 ore al giorno e con il 2° livello del contratto collettivo nazionale di lavoro pei lavoratori dipendenti da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi.

Solidarietà ai dipendenti della Zenith arriva dai lavoratori del Teatro Massimo. Una vertenza che si trascina da diversi anni, da prima della pandemia, con le aziende che si sono succedute nell’appalto. Durante il periodo del lockdown, con una cassa integrazione parametrata all’orario svolto, i lavoratori prendono consapevolezza del fatto di dovere rivendicare le ore di lavoro che nel tempo sono stato perse per effetto delle precedenti gare d’appalto aggiudicate sempre al ribasso. Da ottobre del 2021, affidataria del servizio è  la Zenitih  che – dicono Filcams e Fisascat – “si è assunta la responsabilità  di assumere i lavoratori nel cambio appalto con dei contratti in deroga, nel mancato rispetto della soglia minima oraria contrattuale”. E il malessere che già cova, monta a poco a poco.

Il 30 maggio scorso sulla questione i sindacati convocano la Zenith e la Fondazione Teatro Massimo all’Ispettorato territoriale del lavoro. L’azienda dà segni di disponibilità e viene assunto l’impegno a un confronto sull’adeguamento dei parametri contrattuali e sul riconoscimento delle differenze retributive relative agli scatti di anzianità solo parzialmente erogate, e sulle ore di lavoro supplementare pregresso, anch’esso parzialmente riconosciuto. 
Il 5 settembre, in sede sindacale, si tiene un nuovo incontro. “Dopo la disponibilità manifestata, da allora non abbiamo più ottenuto nessun riscontro alle rivendicazioni. E il lavoro supplementare relativo al 2021 non è stato pagato, nonostante il lavoro svolto sia comprovato anche dai fogli di presenza  firmati dai lavoratori – dichiarano per la Filcams Cgil Palermo il segretario generale Giuseppe Aiello e il segretario Manlio Mandalari e per la Fisascat Cisl Palermo Trapani il segretario generale Stefano Spitalieri  – Chiediamo che la sovrintendenza del teatro intervenga, in quanto responsabilità dell’ente appaltante, nella verifica del rispetto della normativa vigente e del contratto di categoria applicato, che in questo caso non c’è e che si possa giungere alla risoluzione delle criticità”.

“Per noi – aggiungono Aiello, Mandalari, Spitalieri – si tratta di una vertenza come altre già percorse per i lavoratori sottosoglia.Tutto questo per i lavoratori dell’appalto accade dopo aver attraversato i duri anni della pandemia, con i periodi di cassa integrazione.  Oggi, su questi stessi lavoratori gravano fortemente il caro energia, l’inflazione alle stelle e i salari falcidiati: sostanzialmente i lavoratori spendono più di quanto guadagnano per andare a lavorare”. 

Alcuni lavoratori impiegati sull’appalto attendono ancora il riconoscimento dell’anzianità forfettaria di settore a decorrere dalla data di assunzione. Ad oggi, su tutto quanto segnalato “è stata fatta solo qualche parziale rettifica”. “Auspichiamo, concludono Filcams e Fisascat, che lo sciopero proclamato possa ricondurre al tavolo sindacale la vertenza in essere per la sua definitiva risoluzione”.


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