Aria condizionata, come facevamo senza? Gli "antichi rimedi"

Aria condizionata, come facevamo senza? Gli “antichi rimedi”

Il refrigerio, oggi imprescindibile, ha un prezzo: l'inquinamento
L'INVENZIONE
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In un’epoca che ci sembra ormai lontanissima, in estate si scendeva a patti con il caldo. Senza l’ausilio dell’aria condizionata, le persone erano costrette ad ingegnarsi per trovare soluzioni adatte ad affrontare le temperature torride.

Nonostante la modernità ci abbia regalato comfort impensabili solo pochi decenni fa, nei rimedi di un tempo c’è una bellezza che ci ricorda come la creatività e lo spirito di adattamento abbiano forgiato intere generazioni di survivors affinando doti quali la tolleranza e la resilienza.

Finestre aperte e tapparelle chiuse per sopravvivere al caldo

Fino agli anni Ottanta, nelle abitazioni sprovviste di impianti di climatizzazione, si ricorreva a metodi tradizionali che permettevano di sopravvivere all’afa estiva. Le case, specie quelle ubicate ai piani più alti e con balconi, sfruttavano una ventilazione naturale abbinata al più classico dei rimedi: la finestra aperta.

Le persiane e le tende erano strumenti essenziali per gestire l’afflusso di calore e bloccare la luce solare diretta. Nelle ore più calde, le tapparelle restavano tassativamente abbassate mentre di notte si dormiva con le finestre spalancate o, tutt’al più, la sofferenza era lenita dal ventilatore a soffitto o da tavolo.

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Come dormire senza aria condizionata, i trucchi

La doccia serale rappresentava un rituale imprescindibile per affrontare le notti afose. Non mancavano soluzioni più estreme: c’era chi si trasferiva sul terrazzo pur di sfuggire al caldo soffocante della camera da letto.

Alcuni cercavano sollievo immergendosi nella vasca da bagno colma d’acqua fredda, mentre altri ricorrevano a cubetti di ghiaccio applicati direttamente sulla pelle. Qualcuno ricorreva a strategie ancora più ingegnose: cuscini conservati nel freezer o spruzzini con cui inumidire il corpo per rinfrescarsi.

Al di fuori delle abitazioni, l’acqua fresca delle fontane pubbliche rappresentava una vera e propria benedizione. Le persone le utilizzavano anche solo per immergere i polsi o inumidire la fronte.

C’era anche chi si rifugiava sotto i grandi alberi alla ricerca di un po’ d’ombra o in posti freschi come cantine e grotte, dove la temperatura rimaneva costante anche durante i periodi più caldi.

Chi viveva in campagna spesso decideva di dormire all’aperto o di passare le ore più calde sotto una tettoia di paglia. In auto si viaggiava con i finestrini abbassati e nelle ore più calde le attività lavorative venivano sospese.

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Le cene all’aperto e i gelati da consumare in famiglia

Gli adulti passavano molto tempo seduti a non fare nulla in luoghi in cui passava la corrente fresca e le donne utilizzavano dei ventagli. La sera si restava fuori fino a tardi prediligendo i ristoranti con i tavoli all’aperto.

Un altro rimedio che veniva adottato per sfuggire all’invasione della calura estiva era l’alimentazione. Bere tanta acqua era essenziale, ma c’erano anche bevande rinfrescanti a base di frutta di stagione, come il cocomero, il melone e le pesche che, oltre a idratare, sollevavano lo spirito.

La tradizione di preparare gelati e sorbetti fatti in casa, soprattutto in ambito familiare, contribuiva a creare momenti di socializzazione e di piacere, mentre il gelato si consumava in modo quasi rituale durante le serate estive.

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Chi ha inventato l’aria condizionata

La vera rivoluzione dell’aria condizionata in Italia si è avuta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, quando i primi climatizzatori hanno iniziato a fare capolino negli uffici, trasformando radicalmente il modo di lavorare.

Anche se i prototipi risalivano già al secondo dopoguerra, è in quegli anni che il fresco artificiale ha cominciato a incidere sulla produttività: al lavoro si stava più freschi, si lavorava meglio e, inevitabilmente, si lavorava di più.

Negli Stati Uniti, tuttavia, l’aria condizionata era già realtà da decenni. Qui era nata e qui aveva rivoluzionato interi settori dell’economia. L’inventore risponde al nome di Willis Haviland Carrier, nato a New York nel 1876 e scomparso nel 1950.

Fu il giovane ingegnere, appena venticinquenne, a brevettare nel 1906 un sistema in grado di regolare calore e umidità nei processi industriali di stampa. Nel 1914 realizzò il primo impianto di climatizzazione domestica a Minneapolis, inaugurando un’epoca in cui il fresco artificiale avrebbe rivoluzionato sia gli ambienti domestici che quelli lavorativi.

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Pro e contro dell’aria condizionata

L’aria condizionata non è solo un comfort. È un’invenzione che ha trasformato profondamente la vita quotidiana. Grazie a essa, oltre a lavorare con maggiore efficienza negli uffici, oggi possiamo viaggiare su aerei pressurizzati e ridurre il rischio di complicazioni per chi soffre di patologie cardiache.

I benefici, però, non si fermano alla salute o alla produttività. Numerosi studi mostrano come temperature elevate siano correlate a un aumento dell’aggressività, della litigiosità e persino del tasso di criminalità. Ambienti freschi e deumidificati, insomma, non migliorano solo il corpo, ma anche l’umore.

Ma come tutte le comodità a cui ci si abitua rapidamente, l’aria condizionata ha creato una vera e propria dipendenza. Il fresco artificiale è diventato uno standard irrinunciabile: appare oggi quasi impossibile frequentare un ufficio, un cinema o un centro commerciale senza la presenza di un climatizzatore.

L’aria condizionata contribuisce al riscaldamento globale

Non tutti accolgono il fresco artificiale con entusiasmo. L’aria condizionata, pur essendo un’alleata contro il caldo, porta con sé una serie di effetti collaterali spesso sottovalutati. Per molte persone, l’esposizione prolungata a correnti fredde provoca mal di testa, raffreddori frequenti e problemi alle vie respiratorie. Il brusco passaggio tra ambienti caldi e freddi può affaticare il corpo, causando stanchezza e tensioni muscolari.

Sul piano psicologico, la condizione di fresco costante sembra modificare i comportamenti: alcune ricerche suggeriscono che un ambiente troppo climatizzato può aumentare irritabilità e aggressività, rendendo le interazioni quotidiane più tese. Anche il sonno può risentirne: dormire con l’aria condizionata accesa tutta la notte può seccare le mucose e disturbare i ritmi naturali del corpo.

Non meno importanti sono le ripercussioni ambientali ed economiche: l’aria condizionata è tra i principali responsabili del consumo energetico e dell’emissione di gas serra, contribuendo al riscaldamento globale. L’eccessiva dipendenza da questa tecnologia ha reso il fresco artificiale un’illusione di comfort, a fronte di costi elevati e conseguenze che ricadono non solo sugli individui, ma sull’intero ecosistema.


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