Un errore di persona è costato ad un 19enne carcere e arresti domiciliari per due settimane. Gabriele Di Benedetto è stato accusato di essere uno dei responsabili di un tentato omicidio avvenuto il giorno dell’Epifania. La Squadra Mobile (sezione omicidi) lo ha arrestato lo scorso 17 febbraio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Due giorni dopo si è svolto l’interrogatorio davanti al giudice e al pm: Di Benedetto, assistito dall’avvocato Carlo Peluso, si è immediatamente dichiarato innocente ed ha respinto le accuse.
Il 19enne è arrestato sulla base di un’indicazione relativa a una foto caricata su Instagram e di alcune immagini di videosorveglianza registrate nella zona dell’accoltellamento. Nello scatto social sono ritratti diversi soggetti ritenuti dagli investigatori i componenti del branco che avrebbe colpito un minorenne.
Uno di questi è stato identificato dagli inquirenti come Gabriele Di Benedetto. Il giovane al gip ha ribadito che si trattava di un errore di persona, escludendo di essere il soggetto ritratto su quella foto e quindi anche quello ripreso dalle telecamere di via Bonanno. Inoltre Di Benedetto ha negato di frequentare i ragazzi coinvolti nell’aggressione, dichiarando di conoscere qualcuno ma soltanto di vista. E inoltre forniva dettagli su come aveva trascorso il pomeriggio in cui era accaduto il tentato omicidio e con chi.
Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Peluso ha chiesto immediatamente al gip la revoca o in subordine un’attenuazione della misura cautelare. Il giudice, che ha potuto anche fare un confronto visivo tra la foto e Di Benedetto in persona, ha disposto la misura degli arresti domiciliari in attesa degli accertamenti del pm. Il sostituto procuratore ha svolto alcuni interrogatori di altri indagati – tutti minorenni – che hanno escluso la presenza di Di Benedetto e alcuni hanno detto di non conoscerlo. A seguito dei risultati delle indagini espletate il gip ha disposto l’immediata remissione in libertà del giovane. ”Spiace dirlo – commenta l’avvocato Carlo Peluso – ma è evidente che si è trattato di un errore di persona, che ha comportato il mantenimento della misura cautelare per quindici giorni e a un’ingiusta esposizione mediatica”.