Fresco di premio come miglior film al Lake View International Film Festival in India, arriva per la prima volta in sala il prossimo 28 marzo alle 21 al Cinema Odeon di Avola (SR) il film breve del siciliano Cristian Patanè, ‘Amore Panico’, ambientato nella Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile, sito della Sicilia Orientale candidato ad entrare nella World Heritage List dell’Unesco.
Nel film, girato nel cuore di una quasi impraticabile Sicilia, c’è Valentina (Rosy Bonfiglio, vincitrice del premio come miglior attrice all’Eurasia International Film Festival in Russia) che sta facendo le prove per il suo matrimonio prima di incontrare Alberto (Francesco Biscione). E poi c’è lei, la vera protagonista, la Riserva, madre indiscutibile di figli quali lo smarrimento, la maestosità, la passione nuda e cruda, la bellezza, la natura, lo spirito e la potenza.
“Avevo tredici anni quando ho cominciato a tenere la telecamera in mano – racconta il regista raggiunto al telefono – mi ricordo che lavoravo come operatore ai matrimoni, poi montavo il tutto e con i soldi che guadagnavo riuscivo a pagarmi le mie primissime produzioni fino a quando fui notato da una produzione romana che mi propose il finanziamento di quello che sarebbe stato poi il mio successivo cortometraggio. Da lì, mi sono trasferito nella Capitale e le occasioni, gli incontri, le opportunità sono arrivate in maniera naturale. Con ‘Amore Panico’ spero di essere riuscito nel mio intento, ovvero rappresentare il senso di smarrimento: una giovane donna romana arrivata per la prima volta in Sicilia che viene rapita da un’eremita che la porta a Cavagrande altro non è che l’incontro con la bellezza atavica, ancestrale della natura selvaggia; un incontro che risveglia un sentimento molto antico che riguarda la parte più primordiale di tutti noi. Ed è in questo momento, quando appunto si sveglia questa parte spesso nascosta dalla coltre di cultura ed educazione che fanno parte della nostra società, che diventa energia che prima ti fa sprofondare negli abissi, ma che quando ne risorgi sei completamente cambiato, sei nuovo”.
Cristian, classe 1991, è indubbiamente un ‘enfant prodige’: selezionato dal Ministero della Gioventù come eccellenza del giovane cinema e accolto con ‘Amore Panico’ in rassegne internazionali di sei paesi (Usa, India, Russia, Romania, Svezia, Italia), ha scelto di girare ancora una volta in pellicola 35mm in una complessa e avventurosa situazione data dalla pericolosità della Riserva.
“Non è stato per nulla facile – continua Patanè – anzi ricordo che per raggiungere il set dovevamo fare circa due ore di strada a piedi tutte le volte, carichi di materiale tecnico molto spesso sfidando le temperature che nel mese di novembre non sono state per nulla clementi. Ma ho scelto apposta quel periodo perché credo che in quel mese la Sicilia, in particolare quel posto, goda di una luce meravigliosa. Peraltro la sola pellicola è pesante come una zavorra, ma mi sono formato da autodidatta utilizzando quel metodo che è altresì più difficoltoso: per un problema di budget, quando lavoro con la pellicola, io non giro le scene di prova. Per me quando la scena è pronta si dà il ciak. Una sorta di buona la prima, o al massimo due ciak per inquadratura”.
Prodotto da ‘BridgeFilm’ dello stesso Patanè, ‘Amore Panico’ ha trovato l’appoggio delle Istituzioni locali, come l’Amministrazione della Città di Avola, e di piccole e medie imprese che hanno creduto nelle potenzialità di un prodotto cinematografico in grado di mettere in buona luce le bellezze e il capitale umano del territorio. A proposito del capitale umano territoriale, Rosy Bonfiglio, attrice protagonista, avolese anche lei, diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, racconta che “è stata una situazione limite, ma come spesso accade in questi casi, unica. Abbiamo incontrato un clima del tutto insolito per i nostri territori – continua Rosy – e questo ha contribuito a suscitare tensione che dovevamo in qualche modo domare a favore di concentrazione e prontezza. È stato come entrare in un’altra dimensione perché da subito abbiamo avvertito l’isolamento della montagna, pertanto abbiamo percepito una distanza abissale dal mondo, dalla città che poi distava pochi km. Un’oasi, una bolla surreale in cui tutti i paradossi che investivano il set venivano inglobati senza poi destare in noi così tanto stupore, ormai abituati a ogni genere di imprevisto. Aldilà di questo, sono stata felice di aver lavorato con Cristian – conclude l’attrice – nonostante spesso non mi sia trovata d’accordo con lui ma questo ci ha portati a un continuo confronto rispetto al profilo del personaggio che lui voleva delineare: una giovane donna irrisolta, superficiale. Abbiamo chiaramente trovato un punto di incontro perché poi da interprete e non esecutrice è questo quello che dovevo fare: mettermi a disposizione dell’idea dell’autore, del regista, ritrovando di me nel personaggio una certa condizione che forse ogni donna conosce bene in certe fasi della vita, ovvero, una condizione di lotta, di conflitto con se stessi rispetto a quelle che sono le scelte che si stanno intraprendendo in virtù delle nostre azioni. Quel momento in cui metti in discussione tutto e ti chiedi se tu stia andando nella giusta direzione o se non sia il caso di mettere tutto a repentaglio, distruggere tutto per ricostruire”.
Grazie ai risultati ottenuti nei festival ‘Amore Panico’ potrebbe ottenere la qualifica di “Film d’Essai” da parte del Mibact – Direzione Generale per il Cinema, così da permettere al film una distribuzione nazionale più capillare nelle sale cinematografiche.