CATANIA – Aggiornamento: Sono 932 i migranti che sono arrivati a Catania con nave Diciotti. Lo conferma all’ANSA l’associazione Intersos che ha personale a bordo dell’ imbarcazione classe Dattilo della guardia costiera. Sono per la maggior parte eritrei. Ci sono oltre 200 minorenni, di questi 167, 154 maschi e 13 femmine, sono non accompagnati. “Tutti sono esausti – afferma Federica Montisanti di Intersos che è a bordo della nave – provati dalle violenze subite e dalla privazioni subite in Libia e dal viaggio. Molti sono denutriti”. La Diciotti ha preso a bordo i migranti di cinque operazioni di soccorso eseguite da altri mezzi navali, soprattutto mercantili che erano al largo della Libia.
Sono di due somali, una ragazza a un giovane uomo, morti per stenti prima di essere soccorsi i due cadaveri arrivati a Catania su nave Diciotti e portati nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro. Lo dice all’ANSA l’associazione Intersos che ha personale a bordo dell’imbarcazione della guardia costiera. “I due – ricostruisce Federica Montisanti che era a bordo della Dattilo per Intersos – secondo i racconti dei loro compagni di viaggio sono morti sul gommone che è stato poi soccorso da un mercantile. Erano provati e denutriti, e potrebbero essere stati queste le cause del decesso. Non erano parenti tra loro e non ci sono familiari che viaggiavano con loro. L’unica cosa che li univa era la speranza di arrivare in Italia per una vita migliore. Chi ci ha parlato di loro – spiega – erano i ‘compagni’ dei capannoni in Libia dove erano stati insieme ‘prigionieri’, vittime di soprusi, in attesa di potersi imbarcare”.
A Catania 1000 migranti. Quelli che sono arrivati questa mattina sono circa mille persone soccorse da navi militari e civili in molteplici azioni di soccorso svoltesi nel Mediterraneo centrale nelle scorse 48 ore. Per l’esattezza, sono 172 i migranti soccorsi dalla moto vedetta CP-310, 305 quelli soccorsi dalla Nave San Giusto, 99 dalla CP-268, 174 recuperati dalla CP-319 e altri 15 sono stati soccorsi dal rimorchiatore Gagliardo cui vanno aggiunte le due salme che sempre lo stesso rimorchiatore ha recuperato dalla stessa imbarcazione nella quale stavano le 15 persone tratte in salvo.
A questi vanno aggiunti i circa 300 naufraghi soccorsi direttamente da nave Diciotti il cui personale si è, anche, fatto carico di trasbordare e dare assistenza medica su di essa ai naufraghi recuperati dagli altri vascelli secondo quanto definito dal centro di coordinamento dei soccorsi di Roma.
Su nave Dattilo della Guardia Costiera è stato presente, come sempre, il personale medico volontario del CISOM, Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, e gli operatori dell’UNHCR a supporto dei minori. Il tutto mentre in queste ore si sta giocando una delicatissima partita diplomatica che vede l’Italia contrapporsi ai partner europei.
E proprio in queste ore la nave Aquarius, la cui vicenda ha dato vita alla querelle internazionale innescatasi già lunedì scorso, attualmente, si trova in acque internazionali tra la Sicilia e la Sardegna con circa 100 migranti a bordo e si dirige verso il porto spagnolo di Valencia. La nave è infatti, in costante contatto con il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera Italiana di Roma (IMRCC), ed è monitorata a vista da due navi militari, la Dattilo della Guardia Costiera e la Orione della Marina Militare, entrambe con personale sanitario a bordo, pronto a intervenire per fornire assistenza sanitaria in caso di necessità.
Da bordo di nave Aquarius 4 delle donne incinte sono state trasferite presso alcuni ospedali palermitani dalla Guardia Costiera mentre è stato rifiutato l’aiuto di personale medico appositamente inviato dal MRCC di Roma per assistere le rimanenti donne in stato di gravidanza oltre ai minori non accompagnati presenti a bordo ma è, invece, stata accettata la fornitura di viveri e generi di prima necessità inviati sia dall’Italia che da Malta.
Già nella giornata di martedì è stato avviato il trasbordo di circa 500 dei migranti che si trovavano a bordo di nave Aquarius verso nave Dattilo, della Guardia Costiera italiana, e su nave Orione della Marina Militare Italiana, allo scopo di consentire il trasferimento dei naufraghi verso le coste spagnole nelle migliori condizioni possibili di sicurezza per tutte le persone presenti a bordo.
Anche su nave Dattilo della Guardia Costiera è presente, come sempre, personale medico del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e personale Unicef a supporto dei minori. Il tempo di navigazione stimato è di 4 giorni. Per garantire assistenza immediata in caso di emergenze di carattere sanitario durante il trasferimento, sono stati allertati i Comandi territoriali della Guardia Costiera, nonché i Centri di coordinamento SAR dei Paesi nelle cui acque di responsabilità transiteranno le tre unità.
Ad aggiungersi alla già drammatica situazione di queste ultime 48 ore va segnalato l’ennesimo naufragio al largo delle coste libiche. In quest’ultimo evento i naufraghi sono stati soccorsi da una nave militare della NATO che ha recuperato 41 naufraghi e, purtroppo, anche 12 salme di migranti annegati nel corso del tragico evento. Attualmente questi naufraghi sono stati trasbordati sulla nave di “SEA WATCH Italy” che rimane in attesa di ulteriori indicazioni da parte del MRCC di Roma.
Mentre siamo sul molo del porto di Catania, in attesa che inizi lo sbarco dei migranti da nave Diciotti, tra la folla di giornalisti di mezzo mondo accorsi per documentare l’evento si è radunato un picchetto di manifestanti, tra cui vi sono rappresentanti di CGIL Libera ed Emergency, che protestano contro il blocco dei porti italiani deciso dal governo nazionale.
Sono di una giovane donna e di un giovane uomo i due cadaveri che erano stati trasbordati da un mercantile su nave Diciotti della guardia costiera, che è arrivata a Catania con 932 migranti. Le salme sono state portate nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro a disposizione del medico legale. Secondo i primi rilievi sembra esclusa la morte violenta. La Procura distrettuale di Catania ha aperto un’inchiesta delegando le indagini alla squadra mobile della Questura.