PALERMO – Ars: la “crisi” arriva in aula. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, rimette piede a sala d’Ercole a tre settimane di distanza dallo “schiaffo” ricevuto in occasione del voto per i grandi elettori del Colle. La seduta si oggi si aprirà con le comunicazioni del Presidente e sarà scandita dagli interventi dei capigruppo. Le opposizioni scalpitano per incalzare Musumeci. “Ci dica cosa vuole fare, la Regione non può rimanere nel caos ancora a lungo: la macchina burocratica è al momento paralizzata per assenza di indirizzo politico”, conferma il capogruppo dem Lupo. Il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, minimizza. “Nessuna crisi di governo, nessuno dei partiti di governo è uscito dalla coalizione: oggi l’aula si riunirà per una relazione del presidente sulla verifica della maggioranza richiesta direttamente dallo stesso Musumeci”, spiega. E gli alleati? Il vero punto di domanda riguarda l’atteggiamento che terranno soprattutto azzurri e leghisti.
Nelle puntate precedenti
La minaccia di dimettersi, l’annuncio dell’azzeramento della giunta in occasione di una diretta sui social all’insegna di accuse al vetriolo nei confronti degli alleati poi il viaggio a Roma e le interlocuzioni con i partiti. L’azzeramento congelato, la retromarcia e il rilancio dell’azione di governo. La soap del governo regionale riprende da qui. Finito il tempo dei falchi sarebbe arrivato quello delle colombe, eppure i giorni che precedono “le comunicazioni” in aula sono stati ricchi di controversie ad alto tasso di scazzottate verbali.
Lo scontro sulla sanità
A tenere banco è la sanità. Gli attacchi degli alleati si sono concentrati soprattutto sulla gestione dell’assessorato retto da Ruggero Razza. La maggioranza è entrata in cortocircuito. Dalla mozione, finalizzata a revocare con effetto immediato l’incarico di coordinatore della struttura tecnica e soggetto attuatore dell’emergenza Covid all’ingegnere Tuccio D’Urso, presentata dal capogruppo di Forza Italia Tommaso Calderone che sarà discussa domani in aula, fino alla contestata gestione dei fondi del Pnrr destinati alla sanità, considerata poco collegiale da più di un alleato (ma anche dall’opposizione che chiede a più riprese che il parlamento dica la sua), le polemiche non sono mancate. Un climax ascendente che è culminato ieri mattina con uno scontro frontale in commissione Ue tra l’assessore Gaetano Armao e il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè circa il ruolo del Parlamento sulle decisioni che si stanno compiendo per la spesa dei fondi del Pnrr. Miccichè ha giocato le sue fiches sull’articolo 50 della legge 9 del 2009 assegna all’Ars il ruolo di indirizzo programmatico nella definizione delle politiche di sviluppo e l’assessore Armao, ha ribattuto che quella norma non riguarda il Pnrr. Una discussione dai toni accesi che lascia un segno. Da questi nodi politici, non secondari, dipenderà il futuro dello slancio per rilanciare l’azione di governo di cui tanto si parla. Ma prima bisognerà ascoltare quello che dirà Presidente in aula.