Oggi era previsto in prima commissione il voto finale sul ddl che avrebbe dovuto introdurre il Sicilia il “registro delle unioni civili”. L’Isola, insomma, come hanno fatto già altre regioni italiane (Calabria, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna), avrebbe dato un riconoscimento “formale” alle cosiddette “coppie di fatto”. E invece, tutto è rimandato. La commissione affari istituzionali non ha trovato “la quadra”. La discussione “slitterà” a dopo l’estate. Il tema, infatti, avrebbe provocato divisioni difficilmente “tollerabili” in questa fase politica. “In una conferenza dei capogruppo – spiega Toto Cordaro, segretario della commissione affari istituzionali – le forze politiche all’Ars hanno deciso di rinviare la discussione di un ddl così delicato, viste le fibrillazioni alle quali è sottoposta l’Aula in questo periodo”.
Il primo firmatario del ddl è il democratico Antonino Di Guardo, che è anche presidente della prima commissione. “La Regione – dice il primo articolo del ddl – riconosce le formazioni sociali, culturali, economiche e politiche nelle quali si promuovono la personalità umana e il libero svolgimento delle sue funzioni ed attività e riconosce altresì ogni forma di convivenza, rifiutando qualsiasi discriminazione legata all’etnia, alla religione e all’orientamento sessuale”. Questo il principio espresso dal primo articolo, che avrebbe “preparato” il secondo: “E’ istituito l’elenco regionale delle unioni civili presso l’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro”. Ma per questo bisognerà attendere. L’Ars è divisa. Non è il momento di parlare di “coppie di fatto”.