L'Ars e il nodo delle nomine, la Commissione al quinto tentativo

Sicilia, tarallucci e nomine: tutti i nodi dell’Assemblea regionale

Se ne riparla oggi dopo quattro flop per mancanza del numero legale
IL PARLAMENTO REGIONALE
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PALERMO – La storia infinita delle nomine e quella appena abbozzata della legge sull’acqua all’esame delle commissioni dell’Ars. Nel mazzo pure audizioni in Antimafia nell’ambito dell’inchiesta sugli incendi dolosi e sedute delle commissioni Attività produttive e Statuto.

Tarallucci e nomine

Che le reiterate e finora inutili convocazioni della prima commissione Affari istituzionali dell’Ars per le designazioni negli enti regionali siano destinate a finire a tarallucci e… nomine, è impressione diffusa. Radicata ancora più profondamente e in modo bipartisan adesso che la campagna elettorale per le Amministrative è prossima al culmine, con tanti, troppi deputati lontani da Palermo. In concreto, sono in vista gli insediamenti di revisori, sindaci e membri di Cda grazie alla longa manus del silenzio assenso e al lungo lavorìo di tarlo e cesello dell’assenteismo tattico e della fuga dal voto formale. Se ne riparlerà in mattinata dopo quattro flop consecutivi per mancanza di numero legale. O almeno così sperano il presidente, il forzista Stefano Pellegrino, e parte dell’opposizione interessata a segnare un importante punto politico con la messa alle corde della maggioranza tramite il voto sui nomi.

I protagonisti

Al di là dei titoli di coda, la figuraccia è già servita con congruo anticipo, sebbene alla minoranza gialla e rossa non resti che l’arma del sarcasmo da una parte o, dall’altra, della presenza simbolica e puntigliosa a ogni seduta. Così il dem Giuseppe Lupo, che ha bollato la “sfilacciatura della maggioranza” dichiarandola “incapace di eleggere chicchessia, fosse pure un capo condominio” e i due pentastellati in commissione, Salvatore Siragusa e Gianina Ciancio, rispondono “presente” a ogni chiamata di Pellegrino, non nascondendo – ha ribadito soltanto ieri lo stesso Siragusa – che “vogliamo il voto perché sia chiaro in quale atmosfera sopravviva questa maggioranza”. Fra i banchi di maggioranza anche Vincenzo Figuccia non ha finora fatto mancare il proprio contributo al raggiungimento del chimerico numero legale, ma non ha nascosto che il passare delle settimane e le fresche frizioni con il partito del presidente Nello Musumeci, Diventerà Bellissima – rappresentato in commissione da Giorgio Assenza – rischiano di aprire questione persino su qualcuno dei nomi in ballo. Detto dei sempre presenti, restano da contare i due rappresentanti traghettati dal Movimento 5 Stelle ad Attiva Sicilia, Matteo Mangiacavallo ed Elena Pagana, Luigi Genovese che siede nel misto, Giovanni Di Mauro di Popolari e autonomisti, Riccardo Savona di Forza Italia e, dai ranghi di opposizione, i nomi di Antonello Cracolici per il Pd e di Claudio Fava.

Audizioni in Antimafia

Lo stesso Fava ha convocato, sempre per oggi ma nel primo pomeriggio, la commissione Antimafia in merito all’inchiesta sugli incendi dolosi che hanno messo in ginocchio vaste zone dell’Isola questa estate. Saranno sentiti il giornalista Antonio Fraschilla e il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Ennio Aquilino.

La legge sui servizi idrici

Sarà una lunga giornata, per la presidente della commissione Ambiente, Giusy Savarino. In mattinata leverà il sipario sull’iter di approvazione del disegno di legge che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe spazzare una volta per tutte le disomogeneità e le incongruenze nelle condizioni di erogazione dell’acqua attraverso l’istituzione di un’autorità centrale regionale con compiti di coordinamento e regolazione. Poi la Savarino sarà chiamata in aula, a relazionare su un’altra cruciale riforma, quella sui rifiuti e sul relativo disegno di legge di riforma degli Ambiti territoriali ottimali (Ato). A sala d’Ercole, comunque, il piatto forte sarà ancora composto dai debiti fuori bilancio, attesi al voto finale dopo le le polemiche e le fatiche del giudizio di parificazione, guarnite dei rilievi della procura generale della Corte dei conti, sul Rendiconto 2019.

Tornando all’acqua, Savarino si è detta “fiduciosa nell’intenzione comune di maggioranza e opposizione rispetto a una riforma non più procrastinabile. Inizieremo con le audizioni dei presidenti delle Ati (Assemblee territoriali idriche, già costituite dai Comuni nell’ambito dei distretti); dalla prossima settimana sarà la volta delle associazioni e dei corpi intermedi detentori di interessi che ne facciano richiesta”. La deputata di Diventerà Bellissima non risparmia strali allo stato dell’arte, macerie che ritiene di assoluta “responsabilità di chi ha governato in precedenza”: “Nostro dovere è mettere una pezza alle lacune create nell’era Crocetta, con norme in gran parte impugnate dai giudici costituzionali e, soprattutto, creare le condizioni amministrative e di governance che diano ai progetti siciliani più possibilità di accedere alle risorse del Pnrr”. Insomma, la nascitura Autorità idrica siciliana funzionerà come una centrale unica “per dare vigore e credibilità alle richieste di fondi”. Un Atu, Ambito territoriale unico, si farà carico di ritardi, pendenze e lacune di pianificazione degli ambiti territoriali, mentre ai piani d’ambito saranno sostituiti piani distrettuali e, in suprema istanza, un piano regionale elaborato dalla nascente Autorità idrica siciliana che avrà pieni poteri sostitutivi nei confronti delle Assemblee territoriali idriche. Venticinque articoli che, in capo a due anni dall’approvazione della legge, vedono come approdo finale l’applicazione di una tariffa d’ambito regionale che ha lo scopo di livellare le bollette in tutta la Sicilia.
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