PALERMO – Ars: una seduta fiume di circa tre ore e mezza si chiude con la sospensione dei lavori per consentire la riunione dei capigruppo richiesta dall’opposizione.
Accuse reciproche
A tenere banco lungo la seduta è la richiesta da parte dell’opposizione dell’intervento in aula del presidente Musumeci (assente) per riferire sulla crisi politica deflagrata nella maggioranza e per approfondire le durissime affermazioni esternate nel corso della diretta social post-voto della settimana scorsa. Il presidente Miccichè ricorda a più riprese, nel corso della seduta, l’urgenza del voto dell’esercizio provvisorio: domani è infatti il termine ultimo per l’approvazione. “Ho ricevuto la lettera delle opposizioni e chiederemo al governo il giorno in cui è disponibile e faremo dibattito in aula ma ora dobbiamo votare l’esercizio provvisorio – ha sottolineato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè – Vi assicuro che da parte mia non ci saranno imboscate”, mette le mani avanti il presidente dell’Ars. E infatti a fine seduta convoca la capigruppo per calendarizzare la discussione. Le battute inziali della seduta sono scoppiettanti: il lungo pomeriggio a sala D’Ercole è scandito da reciproche accuse tra maggioranza e opposizione. “Se siamo arrivati a questo punto è colpa vostra” dice l’onorevole dem Di Pasquale ricordando i vari rinvii del voto in aula.A prendere la parola i deputati dem Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e la deputata del M5S Stefania Campo. “La richiesta delle opposizioni è che la discussione si svolga prima che inizino le votazioni per il presidente della Repubblica perché la Sicilia ha diritto di sapere se ha ancora un governo”, attacca Lupo. La richiesta cade nel vuoto e l’opposizione rispolvera l’antico (ma efficace) strumento dell’ostruzionismo.
Il braccio di ferro
I deputati si alternano con interventi di quindici minuti a testa nella discussione generale del disegno di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio. Tra le varie accuse mosse al governo quella di non avere mai approvato una manovra di bilancio nei termini di legge e di avere fatto ricorso sempre all’esercizio provvisorio. Interviene l’assessore Armao e accusa l’opposizione di “manipolazione della realtà” da parte dell’opposizione. Nella palude dell’aula la Lega annuncia il proprio voto favorevole all’esercizio provvisorio. Un’intenzione già palesata prima della seduta dal “ribelle” Luca Sammartino sui social. “Da 18 giorni la Regione Siciliana è paralizzata dalla mancanza del bilancio di previsione: investimenti e pagamenti sono bloccati, sono anche a rischio gli stipendi di decine di migliaia di lavoratori. Non si può attendere un giorno di più: l’esercizio provvisorio va votato oggi stesso in Aula. La Sicilia viene prima di ogni altra discussione politica”, scrive. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Vincenzo Figuccia. “Le sollecitazioni che arrivano a ciascuno di noi da parte delle comunità alloggio, del personale dei forestali, dei Consorzi, dei precari, ex Aras, Pip e Asu e ancora delle partecipate e degli enti regionali, rappresentano il respiro di un mondo che dalla settimana scorsa è rimasto con il fiato sospeso. Fuori dal palazzo la gente chiede che si voti l’esercizio provvisorio. Oggi. È un atto di responsabilità dopo il quale si potrà ascoltare la voce del governo. Non c’è spazio quest’oggi per le beghe dei palazzi e per le sterili contrapposizioni”, dice in aula.
Voto posticipato e opposizione sul piede di guerra
Alla fine la seduta si chiude con la capigruppo. Il voto è posticipato a domani. Duro il commento del capogruppo del Movimento Cinquestelle, Nuccio Di Paola a fine seduta. “Cominciamo a pensare che Musumeci sia una sorta di re Mida siciliano: tutto quello che tocca, però, non diventa oro. Diventa provvisorio. Un vero dramma per i siciliani, che dopo quattro anni sono costretti a vivere in uno stato permanente di emergenza e precarietà economica, sanitaria e, come abbiamo visto, anche politica”. Domani è un altro giorno. Appuntamento rinviato alle ore 12. Un’ora prima i rappresentanti di M5S, Pd e Cento Passi (Nuccio Di Paola, Giuseppe Lupo e Claudio Fava) incontreranno i giornalisti per fare il punto sulla crisi di governo.