PALERMO – Vale oltre 500 milioni di euro il disegno di legge di variazioni del bilancio, che martedì sarà esaminato a sala d’Ercole. Secondo quanto si apprende sarebbero circa 500 gli emendamenti, per buona parte soppressivi, presentanti delle opposizioni. Ai 422 milioni del testo base – 318 milioni di nuove spese coperte con le maggiori entrate e 100 milioni circa per diminuzione di autorizzazioni di spesa – si aggiungono i 74 milioni di euro assegnati dallo Stato per effetto dei maggiori introiti fiscali dovuti alla riforma.
L’opposizione, intanto, affila le armi in vista della discussione prevista all’Ars. Valentina Chinnici (Pd) e Nuccio Di Paola (M5s) vannio all’attacco del testo messo a punto dal governo e passato dalle commissioni di Palazzo dei Normanni.
“In questa manovra di variazioni al bilancio c’è una grande assente, la scuola”, dice Chinnici. “Purtroppo – aggiunge – l’assessore all’Istruzione si compiace di investire 5 milioni di euro per la didattica immersiva, non sapendo che le scuole sono già sommerse di fondi sul digitale dal Pnr e che invece mancano fondi per le cose veramente essenziali, come gli avevamo già fatto notare con forza in Commissione istruzione”.
“Per questo – continua Chinnici – abbiamo presentato emendamenti indispensabili per garantire il diritto allo studio, che riguardano mense, trasporto scolastico, fondi da destinare agli enti locali per gli assistenti igienico personali, per l’assistenza alla comunicazione (Asacom), per lasciare libere le scuole di acquistare strumenti didattici veramente utili, per allestire laboratori scientifici, linguistici, musicali e ambienti di apprendimento adeguati, senza inseguire mode effimere e suggestioni estemporanee, che non tengono conto dei bisogni reali delle scuole”.
Va all’attacco anche Di Paola. “Il presidente Schifani, conferma il suo disinteresse per i Comuni resi fragili da anni di sfruttamento, dato che vuole scippare 48 milioni di euro di Royalties ai territori dove insistono siti di estrazione o trasformazione di idrocarburi. Al momento abbiamo scongiurato questo colpo di mano del governo regionale con un emendamento a firma mia e del collega Fabio Venezia e approvato trasversalmente in commissione Bilancio all’Ars. Dobbiamo però evitare il rischio che Schifani torni nuovamente alla carica ed ai sindaci dico, state attenti”.
Il deputato e coordinatore del M5s Sicilia si riferisce al “tentativo di redistribuzione del tesoretto da 48 milioni di euro derivante dalle royalties che le società di estrazione o trasformazione degli idrocarburi destinano ai Comuni dove insistono gli impianti”, che sono: Bronte (Catania), Gagliano Castelferrato (Enna), Troina (Enna), Nissoria (Enna), Regalbuto (Enna), Butera (Caltanissetta), Mazzarino (Caltanissetta), Gela (Caltanissetta), Mazara del Vallo (Trapani) e Ragusa. La distribuzione delle royalties avviene secondo questa ripartizione: due terzi ai Comuni ed un terzo alla Regione, che ad oggi vanta quindi un fondo da 48 milioni di euro.
“Una sorta di tesoretto – spiega Di Paola – che a quanto pare il presidente Schifani intende dirottare altrove, lasciando presagire una redistribuzione tout court a ciascuno dei 391 Comuni dell’Isola. Peccato che questa cifra risulterebbe come una piccola mancetta, pressoché inutile per migliorare la vita dei cittadini, mentre se come previsto dalla legge, reindirizzata ai Comuni che hanno subito lo scempio ambientale per l’attività estrattiva e di trasformazione, risulterebbe di vitale importanza”.
“Sono soldi che i Comuni devono utilizzare per opere di bonifica ambientale, per il potenziamento del sistema sanitario e infrastrutturale e per mitigare gli effetti delle attività industriali sul territorio – conclude Di Paola -. Voglio pertanto lanciare un appello ai sindaci coinvolti nel non lasciarsi scippare questi soldi e difendere la salute dei propri cittadini. Il Movimento 5 Stelle è al loro fianco anche in questa battaglia che porteremo ovviamente anche a Sala d’Ercole”.