Asse della droga Catania-Enna, l’inchiesta “Little Horse”: gli arresti

L’asse della droga Catania-Enna e l’inchiesta “Little Horse”: gli arresti

Un giro fiorente di spaccio che coinvolge tanti giovanissimi

ENNA – Che siano gruppi malavitosi, o “cavallini” autogestiti privi di organizzazione, la droga nell’Ennese arriva sempre da Catania. O quasi. Tra i fornitori dei ragazzi arrestati ieri dagli agenti della sezione antidroga della squadra mobile di Enna, c’è anche un catanese, il 25enne F. S. di Misterbianco. Avrebbe ceduto vari quantitativi di marijuana e hashish, tra il 16 e il 20 novembre 2024. Per il catanese è stato disposto l’obbligo di dimora nella sua città.

L’asse Catania-Enna

Gli intrecci tra Cosa Nostra catanese e i clan di Enna, ormai di fatto alle dipendenze dei Santapaola, stavolta non c’entrano nulla. Il giro scoperto dalla polizia riguarda tanti ragazzini della città di Enna, 11 per l’esattezza, che uno degli indagati, Daniel Juan Pitta, 29enne ennese – unico posto in carcere – definiva per l’appunto “cavallini”, Little Horse. Da qui il titolo dell’operazione.

L’origine dell’inchiesta

L’inchiesta è stata condotta dalla Squadra mobile e coordinata dall’ufficio requirente ennese, diretto dal procuratore Ennio Petrigni. Le indagini, iniziate a ottobre del 2024, hanno permesso di ricostruire un articolato sistema di approvvigionamento e distribuzione di droga operante in maniera stabile nella città di Enna.

Gli agenti hanno effettuato intercettazioni, pedinamenti, riscontri, attività tecniche e sequestri. Pitta avrebbe acquistato droga dalle province limitrofe. Nel corso dell’attività investigativa è stato infatti accertato anche il ruolo di alcuni corrieri che, lo scorso dicembre, sono stati fermati a bordo della loro autovettura da parte degli agenti dell’antidroga. Al termine del controllo è stato rinvenuto un pacco contenente oltre due chili di hashish, suddivisi in 21 panetti del peso lordo di circa 100 grammi ciascuno. Erano confezionati e pronti per essere immessi nella piazza di spaccio ennese.

Le accuse e i difensori

Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’ordinanza del gip di Enna, Ornella Zelia Futura Maimone, ha disposto come detto il carcere per Pitta, poi i domiciliari per Vanessa Sperlinga e Agnese Gervasi di 25 anni, per il 26enne Cristian Grasso e il 36enne Giuseppe Amaradio. Due obblighi di dimora. E sei obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria.

I destinatari della misura sono stati interrogati. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Solo due, Sperlinga e M.T., difese dall’avvocato Paolo Piazza, hanno chiarito la propria posizione attraverso alcune dichiarazioni spontanee. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Michele Baldi, Patrizia Di Mattia, Gianpiero Cortese, Luigi Ticino, Salvatore Timpanaro, Filippo Mantegna e Valeria Raciti.


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