Nomi in giunta e caso Monterosso | Il governo Musumeci passa dall’Ars - Live Sicilia

Nomi in giunta e caso Monterosso | Il governo Musumeci passa dall’Ars

Le manovre per la scelta degli assessori si intrecciano con quelle che riguardano Palazzo Reale

Il dopo elezioni
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PALERMO – Proseguono gli incontri, le riunioni, le telefonate. Ma non c’è troppa fretta. Perché la formazione del nuovo governo regionale si incrocia con la partita altrettanto delicata che riguarda l’Ars. E così, sono in tanti oggi pronti a scommettere che la nuova giunta di Nello Musumeci non vedrà la luce prima dell’insediamento del nuovo parlamento, quando si dovrà decidere anche chi rivestirà il ruolo di presidente. In pratica, se ne potrebbe parlare tra 20-25 giorni.

La partita del parlamento

Già, perché uno dei vincitori di queste ultime elezioni, Gianfranco Micciché, vuole la poltrona più alta di Sala d’Ercole. Ma a questo si arriverà tramite una elezione a scrutinio segreto a Sala d’Ercole. Servirà, insomma, una maggioranza coesa e serena, per dare al coordinatore regionale di Forza Italia la certezza di poter tornare lì dove era già stato tre legislature fa. Fino ad allora, insomma, meglio evitare tensioni forti e strappi, che sarebbero quasi assicurati se il governo nascesse prima di allora: necessariamente le nomine in giunta faranno contento qualcuno e scontenteranno qualcun altro.

Le certezze e la Sanità

Anche se, a proposito del governo, c’è già qualche punto di partenza più o meno assodato. Tre assessori ci sono già: Vittorio Sgarbi, Roberto Lagalla e Gaetano Armao. A quest’ultimo andrà anche la vicepresidenza della Regione, mentre al momento sembra certa anche la delega all’Economia. Il critico d’arte, invece, entrerà in giunta proprio per le sue competenze specifiche: andrà quindi ai Beni culturali. Molto si è discusso invece su Roberto Lagalla, già assessore alla Sanità con Cuffaro. Salvo sorprese, l’ex rettore andrà a guidare l’assessorato alla Formazione. Per la Sanità la partita è aperta, ma un nome caldo, caldissimo c’è già.

L’area catanese di Forza Italia, in sintonia con lo stesso Nello Musumeci, infatti, avrebbe scelto il nome di Marco Falcone, capogruppo uscente azzurro. Un nome sul quale si è registrata, però, la freddezza di un altro pezzo del partito, quello che fa capo proprio al coordinatore Micciché, nei confronti del quale, dopo le dichiarazioni seguite all’arresto del sindaco di Priolo Antonello Rizza, Falcone era stato molto critico.

Gli altri nomi

Ma Micciché, insieme a un altro big di Forza Italia come Tonino D’Alì, potrebbe “accontentarsi”, della presidenza dell’Ars (considerata equivalente a un paio di assessorati), e della nomina in giunta del giovane Giuseppe Guaiana. Il resto? Alessandro Aricò va verso la delega al Territorio e ambiente e, in subordine, verso quella del Turismo. Quella di Margherita La Rocca Ruvolo sembra invece, nell’Udc, per estrazione politica e familiare, l’identikit perfetto per l’assessore alla Famiglia e alle politiche sociali: il suo nome sembra trovare il gradimento un po’ di tutti gli alleati.

I centristi di Cesa poi lanceranno Mimmo Turano che potrebbe chiedere la delega alle Infrastrutture. Mentre per i Popolari e autonomisti, quasi certa la nomina di Toto Cordaro, anche se in quel caso entra in gioco anche Raffaele Lombardo che chiede un “proprio” assessore (l’altro assessore designato eletto con quella lista è proprio Lagalla, palermitano come Cordaro e come lui vicino al Cantiere popolare). Gli uomini indicati da Lombardo al momento sono il senatore Antonio Scavone e il neodeputato regionale Pippo Compagnone.

Il caso messinese

Oltre al derby Palermo-Catania, c’è poi un piccolo “caso”, tutto messinese: il nome di Nino Germanà è molto caldo in queste ore. Il deputato uscente, non rieletto a Messina nonostante abbia ricevuto oltre 11 mila voti, potrebbe rientrare appunto in qualità di assessore. Ma qui ecco i primi dubbi: Germanà sembra preferisca i Beni culturali, già “occupati”, appunto da Sgarbi. Ma c’è anche un altro fatto da considerare: in quel collegio è stato clamoroso il successo elettorale di Luigi Genovese. Così, l’area politica che fa capo al padre Francantonio avrebbe tutti i numeri per pretendere un assessore.

Gli assessori che guardano a Roma

Il primo governo Musumeci, comunque, potrebbe subito avere una data di scadenza assai vicina. Almeno per un buon pezzo di giunta. I rumors infatti raccontano le ambizioni tutte romane di alcuni di questi assessori in pectore: Gaetano Armao, infatti, potrebbe provarci con Forza Italia, così come lo stesso Falcone. E Vittorio Sgarbi è pronto a lanciare il suo “Rinascimento” su scala nazionale. Il primo governo, insomma, potrebbe essere costretto a una prima revisione già a pochi mesi dalla sua nascita.

Il caso Monterosso

Ma prima, come detto, c’è la lunga gestazione di questa giunta. Che si intreccia con le vicende di Palazzo dei Normanni. Lì, infatti, potrebbe trovare la sua nuova sistemazione il Segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso. Alcuni esponenti della coalizione di “centrodestra” infatti definiscono quello riguardante l’ex braccio di destro di Crocetta come il vero e proprio “caso politico”. Musumeci ha infatti detto a chiare lettere che Monterosso dovrà lasciare il vertice della burocrazia regionale. Gianfranco Micciché si sarebbe però detto già pronto ad accoglierla all’Ars, in qualità di capo di gabinetto del presidente. Una nomina che si scontrerebbe col regolamento del parlamento, che prevede l’obbligo, per le nomine di quel tipo, di rivolgersi a un dirigente della stessa Assemblea regionale. Proprio per questo motivo, c’è già qualcuno che sta verificando l’ipotesi di una eventuale modifica del regolamento stesso. Un fatto che, ovviamente, è legato all’elezione di Micciché al vertice dell’Ars. Elezione certa solo se la maggioranza si ritroverà unita. Anche per questo motivo, per il momento, la giunta può attendere.


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