PALERMO – Un risveglio amaro stamattina, quello dei senzatetto che trascorrono la notte al dormitorio dell’associazione “La danza delle ombre”, in piazzetta della Pace: la serratura del portone d’ingresso è infatti stata bloccata con la colla attak la scorsa notte. Un episodio che ha turbato profondamente chi gestisce il dormitorio, Marina Scardavi, presidente dell’associazione e medico, da anni impegnata nei servizi sociali, che racconta a LiveSicilia il suo sconforto di fronte all’accaduto.
Quello della colla nei lucchetti è infatti uno dei metodi “classici” adottati da Cosa nostra per ribadire la sua presenza sul territorio, ma stavolta, i motivi che avrebbero provocato il danneggiamento sarebbero altri. “Nella zona c’è qualcuno che vuole fermare la nostra attività – dice la dottoressa Scardavi, qualcuno che non capisce l’utilità della nostra associaizone e vuole probabilmente ostacolarci. Noi qui diamo un tetto la notte a chi non ce l’ha, aiutiamo chi ha problemi seri”.
Sono trentotto, in tutto, le persone in difficoltà ospitate nella struttura di piazzetta della Pace: i locali in cui si trova il dormitorio hanno aperto da quasi cinque mesi, ma l’associazione esiste da quattro anni e mezzo. Sono di proprietà del Comune e viene utilizzata da quando i componenti dell’associazione sono dovuti andar via in estate dalla struttura dei preti Camilliani, in via Maqueda 206:
“Purtroppo non ci sono alternative – aggiunge Marina Scardavi – il Comune non dispone di altri spazi e noi facciamo il possibile. Abbiamo un team di psicologi, avvocati e medici pronti a porgere una mano a chi ne ha bisogno, ospitiamo ex alcolisti, immigrati, persone in difficoltà economica che hanno dovuto lasciare la propria casa in affitto. Ma non tutti coloro che abitano nel quartiere capiscono, purtroppo. Per questo considero episodi del genere vergognosi. Adesso denuncerò tutto alla polizia – conclude – racconterò tutto quello che è successo, ma spero che quello che è successo non sia preso sotto gamba, ne va della tutela di questa povera gente”.