Pochi deputati in Aula | Salta la discussione sul Dpef - Live Sicilia

Pochi deputati in Aula | Salta la discussione sul Dpef

Pochi presenti per la seduta di oggi, tutto rinviato al 26 febbraio. Cordaro (Cantiere popolare): "Fuori dal palazzo solo malcontento".

 

PALERMO – Tutto da rifare a sala d’Ercole. Questo pomeriggio, infatti, si sarebbe dovuto discutere e votare il Dpef, dopo le polemiche della scorsa settimana. Ma a presentarsi in Aula sono stati appena una manciata di deputati sui novanta inquilini convocati. Così i lavori sono stati rinviati al 26 febbraio, alle 16. Secondo l’alfaniano Vincenzo Vinciullo, intervenuto in Aula, si sarebbe comunque potuto discutere il Documento di programmazione economico-finanziaria presentato dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, pur non votandolo in assenza del numero legale.

Ad ogni modo bisognerà attendere ancora sette giorni prima di tornare a discutere del documento, su cui la scorsa settimana erano già piovute pesanti critiche da parte dell’opposizione, ma anche da quella maggioranza molto vicina al governatore, Rosario Crocetta, come nel caso del duro intervento di Antonio Malafarina, vicepresidente del gruppo del Megafono.

Un Dpef, secondo le critiche di molti inquilini di Sala d’Ercole, che non guarderebbe al futuro, in cui lo spazio per lo sviluppo sarebbe stato praticamente cancellato, mentre alla Sicilia altro non servirebbe se non nuovo respiro per l’economia. “È ormai inevitabile – commenta Toto Cordaro, Cantiere popolare per Forza Italia – camminare per strada e non raccogliere le proteste, le richieste di aiuto, la voglia di riscatto, di imprenditori, commercianti, artigiani, lavoratori dei servizi, che lamentano a ragion veduta il silenzio della politica nei confronti della moria di aziende e di negozi, nell’indifferenza generale. La politica può e deve fare qualcosa, al di là delle logiche partitiche e delle convenienze. La realtà è che il commercio e l’artigianato nel nostro territorio sono in uno stato assai preoccupante”.

“Gli operatori di questi comparti – sottolinea ancora il deputato regionale – chiedono cose semplici: che i finanziamenti loro destinati non vengano dirottati altrove, che la burocrazia non sia un ostacolo per l’apertura di nuove attività ma anche in fase di controlli e autorizzazioni, che ci siano regole certe e valide per tutti e che venga contrastato il fenomeno sempre più diffuso dell’abusivismo, che crea una vera e propria concorrenza sleale, a danno di chi paga le tasse, di chi assume regolarmente i propri dipendenti, di chi paga i già onerosi e spesso inadeguati servizi”.

Ancora, secondo Cordaro serve subito “un confronto con le categorie di settore, con i vertici della Regione e del comune di Palermo, e con le forze politiche disponibili a trovare soluzioni. Nessuna medaglia e medaglietta da distribuire e nessun merito per chicchessia. Solo un servizio ai lavoratori, ai commercianti, agli artigiani e agli imprenditori onesti del nostro territorio, per dare loro ciò che gli spetta”.

Intanto, il Movimento 5 Stelle attacca sul fenomeno degli “Arsenteisti”. “Non abbiamo più parole – dicono i deputati M5S – è una cosa veramente incresciosa, specie se rapportata con la disastrosa situazione della Sicilia. A febbraio, oltre a questa inutile seduta lampo, ci sono state solo 2 sedute e ce n’è in calendario solo un’altra, visto che l’aula è stata convocata per giovedì prossimo”. “E’ evidente – continuano i deputati – che l’assenza di massa era stata concordata tra maggioranza e finta opposizione, visto che c’erano enormi vuoti un po’ in tutti gli schieramenti”.

I grillini criticano la conduzione dell’ex compagno di movimento Antonio Venturino. “Venturino – dicono i deputati 5 stelle – ha sciolto l’assemblea per mancanza del numero legale. Ma non avrebbe potuto farlo, perché nessuno lo ha richiesto. Avrebbe dovuto fare votare, cosa che gli avrebbe permesso di constatare la mancanza del numero legale. Ma in quel caso sarebbero scattate le penalità per gli assenti, circa 250 euro a persona, che moltiplicati per il numero degli assenti, avrebbero prodotto un risparmio per le casse pubbliche di circa 16 mila euro”.

 


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