Cappellano Seminara esce dal carcere per fare volontariato

L’avvocato Cappellano Seminara esce dal carcere per fare volontariato

Permesso per tre giorni alla settimana
IN PROVINCIA DI MILANO
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PALERMO – Tre volte alla settimana esce dal carcere e vi fa ritorno dopo avere svolto lavori socialmente utili. Gaetano Cappellano Seminara, dopo un anno e mezzo di detenzione, ha ottenuto il via libera dal Tribunale di sorveglianza di Milano.

L’avvocato ed ex amministratore giudiziario da ottobre 2023 è detenuto nel penitenziario di Bollate, dove scelse di consegnarsi quando la Cassazione sancì la sua colpevolezza nello scandalo sulle misure di prevenzione che ha travolto anche l’ex giudice Silvana Saguto.

Tra Saguto e Cappellano Seminara c’era un patto corruttivo. L’ex presidente lo nominava nelle amministrazioni giudiziarie e l’avvocato ricambiava affidando consulenze al marito e ingegnere Lorenzo Caramma e soldi. Come i 20 mila euro che una sera del 2015 Cappellano Seminara portò a casa di Silvana Saguto dentro un trolley.

Bollate è un carcere modello per i trattamenti rieducativi dei detenuti che hanno la possibilità di lavorare all’esterno. “Lo prevede l’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario”, spiega l’avvocato Antonella Calcaterra, legale del detenuto.

Bisogna, però, dare prova di buona condotta e di avere avviato un percorso di revisione critica del proprio passato.

È stata la direzione del penitenziario a proporre al tribunale di Sorveglianza di inserire Cappellano Seminara nel progetto di volontariato. Presta servizio in un’associazione che si dedica alle persone diasagiate.

A dicembre la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso straordinario del detenuto legato alla vicenda del trolley. Cappellano Seminara contestava la collocazione temporale del fatto: non il 29 giugno 2015 ma il giorno successivo. Circostanza quest’ultima che, se dimostrata, gli avrebbe consentito di essere giudicato senza applicare la successiva legge che ha inasprito la pena per la corruzione.

Pur sancendo al colpevolezza degli imputati nel processo che si chiuse con le condanne degli imputati i supremi giudici hanno stabilito che alcune contestazioni sono cadute in prescrizione e pertanto le pene vanno rideterminate.

Dovrebbe arrivare un leggero sconto rispetto alle precedenti pene: 8 anni e 6 mesi a Saguto, 7 anni e 7 mesi Cappellano Seminara. La possibilità di lavorare all’esterno che gli è stata concessa e slegata dall’esito del nuovo processo in appello.


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