PALERMO – Una lezione severa ma, forse, necessaria per Roberto De Zerbi. La sconfitta contro il Torino mette a nudo le difficoltà di un Palermo tornato sulla terra dopo i complimenti delle ultime settimane. Uno schiaffo per comprendere cosa significa misurarsi con la Serie A, con colleghi smaliziati e con la necessità di fare punti: la corsa alla salvezza chiede meno estetica e più concretezza, questo il concetto espresso dal poker granata nella serata delle mille partite nel massimo campionato del club di viale del Fante. Nessuna bocciatura, prematuro parlare di campanello d’allarme bensì di qualche eccesso che ha determinato una debacle inattesa, per quanto si era visto prima della sosta. Pur tenendo conto del valore di un avversario che ha espugnato il “Barbera” con pieno merito. Rimboccarsi le maniche e ripartire deve essere, adesso, l’imperativo.
Anche perché la classifica non permette di scherzare col fuoco. Men che meno con la pazienza del presidente Zamparini. Sino a questo momento convinto di avere un fuoriclasse in panchina, a tal punto da non lesinare complimenti: “De Zerbi è uno dei tecnici più intelligenti della mia gestione, proprio per questo non intervengo quasi mai né gli dico nulla”, “Credo possa durare tre o quattro anni. Anzi, sarà lui a chiedermi di andare via per poter allenare un grande club”, “Il vero grande acquisto è proprio il tecnico bresciano” sono alcune delle frasi pronunciate nelle ultime settimane dal patron. In queste ore, invece, prevale il silenzio e l’esperienza insegna che le opinioni dell’imprenditore friulano possono cambiare repentinamente. L’auspicio è che non si creino fratture tra Zamparini e l’allenatore, assicurare stabilità alla squadra deve essere l’obiettivo primario di tutte le componenti.
Molto, in tal senso, dipenderà dai prossimi risultati e dalle prestazioni del Palermo. Il calendario non viene incontro ai rosanero, domenica impegnati ancora in posticipo con la Roma. Il momento peggiore per sfidare la squadra di Luciano Spalletti, galvanizzata dall’affermazione perentoria al San Paolo contro il Napoli di Sarri. Non che quella contro i giallorossi sia una prova d’appello per Diamanti e compagni, tuttavia mostrare dei progressi rispetto alla gara senza costrutto contro un Torino comunque più forte e meglio organizzato garantirebbe serenità a tutto l’ambiente. Al di là dell’esito finale, considerata la netta differenza di valori tra giallorossi e rosanero. In mezzo tornerà Gazzi, in difesa possibile rilancio per Cionek e Goldaniga. Ma non è solo una questione di uomini, quanto di atteggiamento. La sconfitta contro il Torino può andare in archivio, ora bisogna guardare avanti. Errare è umano, a patto di non scatenare le ire presidenziali. De Zerbi è avvisato.