PALERMO – Sabato il Palermo tornerà in campo dopo 21 giorni di stop, a causa delle positività al Covid delle avversarie, e sarà ospite della Casertana. Un match che si preannuncia difficile vista la classifica delle due squadra, con i campani davanti ai rosanero con due punti di vantaggio.
In vista della sfida ha parlato il doppio ex Nuccio Barone, che ha cominciato la carriera da calciatore in rosanero e l’ha conclusa proprio con i campani: “A Palermo sono nato, calcisticamente e non solo. Ho esordito qui nella stagione 1982/83 in Serie B – dichiara ai microfoni de “Il Giornale di Sicilia” -, i miei primi calci li ho dati qui. Poi mi sono affermato altrove. Il mio giro da calciatore, poi, si è concluso a Caserta, dove ho iniziato anche la carriera da allenatore”.
“A Caserta ero andato per giocare, poi ho subito un brutto infortunio, mi hanno rotto due costole con una ginocchiata. In concomitanza con questo stop, la società ha esonerato il tecnico Merolla e mi ha chiesto di guidare la squadra, giusto il tempo di trovare un sostituto. Restammo imbattuti per quattro partite e rimasi io in panchina. Ci sono stato per due anni e quando siamo arrivati ai play-off, in Serie D”.
“Non mi sarei aspettato che quello di sabato sarebbe potuto essere uno scontro diretto. Mi aspettavo qualcosina in più dal Palermo. Devo però essere obiettivo, non avrei visto questa squadra tra le prime due in classifica. Già ad inizio campionato si capiva che Ternana e Bari avessero organici superiori. Però, non mi aspettavo neanche un Palermo da decimo posto. Mi sarei atteso una squadra che lottasse a ridosso delle prime due”.
“Ricostruire e ricominciare non è mai facile. A Palermo in certe categorie devi vincere, sei condannato a farlo. Non è una città che può permettersi anni di transizione, le pressioni sono alte, dato che per tanti anni ha visto il calcio che conta. Vedere il Palermo in questa categoria è un colpo nell’anima”.