PALERMO – Una bambina si accascia al suolo e sviene, è in preda alle convulsioni. I genitori e gli altri bagnanti la soccorrono, tentano di rianimarla, ma niente da fare. Corrono quindi disperatamente verso l’ambulanza che si trova all’esterno dello stabilimento balneare La Torre, ma quel mezzo non può trasportare la piccola in ospedale perché non c’è il medico a bordo. E scoppia il putiferio.
Quello che una lettrice racconta alla redazione di LiveSicilia, è un pomeriggio di una domenica d’agosto al mare in cui si è sfiorato il dramma: “Sono tesserata presso lo stabilimento “La Torre” di Mondello da dodici anni – spiega Rita Bono – e come ogni domenica mi trovavo nell’area in cui ci sono le docce e la piscina per prendere il sole. Improvvisamente una bambina di tre anni si è sentita male ed è svenuta. Noi bagnanti, insieme ai familiari l’abbiamo soccorsa. Abbiamo provato con dell’acqua, ma non dava segni di ripresa. Abbiamo così pensato che, come sempre, avremmo trovato l’ambulanza che sosta davanti alla struttura, ma gli operatori al suo interno si sono rifiutati di portarla all’ospedale. Hanno infatti detto che senza il medico a bordo il trasporto non poteva essere effettuato. Nel frattempo – prosegue Rita Bono – le condizioni della bambina sono peggiorate, nessuno riusciva a spiegarsi come potesse essere possibile che in quelle condizioni non venisse garantito il soccorso, considerando anche che noi tutti tesserati paghiamo tanti soldi per il nostro abbonamento e che questo tipo di assistenza dovrebbe essere garantita. Il caos è scoppiato quando decine di persone hanno chiesto ai due autisti di accendere l’ambulanza e partire. Di corsa, avrebbero potuto comunque accompagnarla almeno alla guardia medica del paese”.
Bono descrive momenti concitati, in cui ha preso vita anche una piccola rissa: “Tra le grida è probabilmente scappato anche qualche schiaffo, ma non biasimo nessuno in quella circostanza – aggiunge -, perché c’era di mezzo la vita di una bambina e sono casi in cui parlare di “procedure” è superfluo. Mi chiedo inoltre se l’ambulanza, visto che deve essere presente per legge, non sosti lì soltanto per “arredamento”, visto che non può trasportare una persona in ospedale. Tra l’altro anche la mamma della bambina, incinta di sette mesi, si è sentita male. Ma quel che è più sconfortante – sottolinea Bono – è che del direttore dell’albergo non c’è stata alcuna traccia, né telefonata, per questo io e la mia famiglia probabilmente non rinnoveremo il tesseramento, siamo molto delusi e vogliamo rendere nota questa vicenda in cui è mancato il senso civile dell’umanità”.
LiveSicilia ha tentato di mettersi in contatto con la struttura alberghiera, ma non è stato possibile ottenere una replica da parte dei responsabili, mentre a chiarire quale sia l’iter da seguire in casi del genere è stato Luigi Di Salvo, il responsabile del personale autisti-soccorritori de la “Misericordia”, a cui appartiene l’ambulanza in servizio nei pressi dello stabilimento.
“La nostra è un’associazione di volontariato che purtroppo non ha medici a bordo dei mezzi. Dietro un compenso minimo da parte della struttura, offriamo interventi di primo soccorso ogni giorno dalle 9 alle 19,30, ma in quanto autisti-soccorritori non possiamo trasportare una persona in quelle condizioni in ospedale, perché dobbiamo avvisare l’auto medica del 118. In quel caso la piccola aveva delle convulsioni, il nostro ruolo non prevede la partenza senza un medico e vista la gravità della situazione avremmo dovuto aspettare il 118 che, tra l’altro, era già stato avvisato. Ciò nonostante, decine di bagnanti hanno cominciato ad inveire contro gli autisti e dalle minacce sono passati ad una vera e propria aggressione nei loro confronti, tanto da danneggiare l’ambulanza. Sono stati rotti gli specchietti retrovisori ed un finestrino. I due operatori hanno inoltre riportato ferite guaribili in cinque giorni. Noi – sottolinea – non vogliamo mettere a repentaglio né la nostra vita né quella degli altri, ma in quel caso siamo stati alla fine costretti a partire e l’intervento del 118 è stato revocato. I nostri autisti, sotto minaccia e obbligati da un sedicente finanziere a mettere in moto, non hanno avuto altra scelta ed hanno trasportato la bambina in ospedale. Una procedura irregolare durante la quale non è rimasto loro che affidarsi alle preghiere”.
Fortunatamente la piccola adesso sta meglio. Dopo essere stata accompagnata all’ospedale di Villa Sofia, è stata trasferita al Cervello, dove è tuttora ricoverata nel reparto di Pediatria. “Le sue condizioni sono stabili – spiegano dall’ospedale di via Trabucco – ma resta sotto stretta osservazione per alcuni accertamenti. Contiamo di dimetterla tra pochi giorni”.