Frode fiscale: arresti e sequestri | "E i prezzi erano imbattibili" - Live Sicilia

Frode fiscale: arresti e sequestri | “E i prezzi erano imbattibili”

Operazione del Nucleo di polizia tributaria di Palermo. Nove persone indagate, di cui due arrestate e cinque colpite da un sequestro che tocca quota sette milioni di euro. A tanto ammonterebbe, infatti, l'Iva evasa. Tra gli indagati c'è anche Giuseppe Pistone della Giuseppe Pistone spa, una della aziende leader del settore.

PALERMO – Una mega frode fiscale che avrebbe consentito, da un lato, di evadere il versamento dell’Iva e, dall’altro, di abbattere i prezzi di televisori, monitor, elettrodomestici e materiale high tech venduti nel grande negozio Pistone di via Ugo La Malfa a Palermo.

C’è tutto questo nell’operazione del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.  Nove persone indagate, di cui due arrestate e cinque colpite da un sequestro che riguarda beni e titoli per sette milioni di euro. A tanto ammonterebbe, infatti, l’imposta evasa. Tra gli indagati c’è anche Giuseppe Pistone della Giuseppe Pistone spa, una della aziende leader del settore.

Agli arresti domiciliari sono finiti Salvatore Calamia e Marco Matranga, considerati le menti dell’organizzazione. Giuseppe Guzzo, Pietro Levantino, Piera Amato, Rosaria Costa e Pietro Lusitano avrebbero, invece, fatto da prestanome delle società “cartiere” e “filtro” coinvolte nell’indagine. Liborio Pinella (legale rappresentante de La Rivendita sas) e Giuseppe Pistone, infine, sarebbero stati i beneficiari del profitto derivante dalla frode fiscale.

Le indagini dei finanzieri avrebbero fatto emergere l’esistenza di due società cosiddette cartiere, due scatole vuote che appositamente create per emettere fatture inesistenti. Il meccanismo, piuttosto complesso, può essere così riassunto: la merce partiva da una società con sede a Madeira, zona “franca” del Portogallo, poi transitava nelle due “cartiere” e da qui alla società di brokeraggio, La Rivendita, che a sua volta la piazzava ai propri clienti, tra cui Pistone. In tutti questi passaggi saltava il versamento dell’Iva. Secondo i finanzieri, guidati dal comandante della Polizia Tributaria Francesco Mazzotta, e i pubblici ministeri di Palermo, ci guadagnavo tutti. A cominciare da Pistone che, rivolgendosi al mercato parallelo e non ai rivenditori autorizzati avrebbe comprato all’ingrosso e piazzato al dettaglio merce a prezzi imbattibili.


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