CATANIA – “Sui servizi sociali comunali c’è chi non vuole il confronto”. Ne è convinto il consigliere comunale, Sebastiano Anastasi, vice presidente della commissione consiliare la ramo che lancia dure accuse sulla preparazione della delibera relativa al regolamento per il servizio di assistenza per l’autonomia e la comunicazione in favore di alunni diversamente abili frequentanti le scuole materne, elementari e medie inferiori (proposta approvazione), che stasera sarà discusso in aula. Sempre che non venga a mancare il numero legale. Anastasi, che dei servizi sociali si occupa intensamente, evidenzia infatti come, degli emendamenti presentati dalla commissione, “dopo un lungo e preciso lavoro di tutti i suoi componenti, afferma, nessuno abbia avuto il parere tecnico favorevole o, come in alcuni casi, sia stato dato parere favorevole per poi modificarlo dopo sette giorni.
“Se la commissione competente presenta sette emendamenti, e l’ammnistrazione li boccia tutti – afferma Anastasi – allora, credo che sarebbe opportuno ripensare la delibera trovando una soluzione. Gli emendamenti – prosegue – sono stati preparati dopo un ascolto attento delle associazioni. Abbiamo lavorato intensamente, parlato con i soggetti coinvolti, prodotto sette emendamenti tecnici dal contenuto politico, e ricevuto parere tecnico sfavorevole, senza adeguate motivazioni”.
Tra questi, un atto che voleva eliminare dal regolamento la possibilità di bandire gare per assegnare i servizi, per preferire la scelta tra gli enti accreditati o tra i professionisti raccolti in apposito albo. “Eppure – tuona il consigliere – Palermo ha optato per l’albo dei professionisti, Siracusa per gli enti accreditati. Neanche il comune di Napoli prevede la gara. Avrei accettato la bocciatura della proposta da parte dell’aula – continua – ma non, a priori, con parere tecnico negativo, senza riferimenti normativi”.
Un atteggiamento che, secondo il vice presidente dei Servizi sociali, sarà con molta probabilità stigmatizzato dall’aula e che comunque nasconderebbe altre zone d’ombra “di cui – conclude Anastasi – parlerò in aula”.