PALERMO – “Mentre Matteo Salvini si autocelebra per il via libera al Ponte sullo Stretto, continua a nascondere la verità agli italiani: quest’opera è il più grande sperpero di denaro pubblico della storia recente. Parliamo di 14,5 miliardi di euro per un progetto figlio di vecchie carte polverose. Riesumato senza una nuova gara d’appalto e con un contratto Eurolink che aggira ogni concorrenza.
Salvini parla di “green”, ma le “140 mila tonnellate di CO₂ in meno” sono frutto di dati falsi. E poi, da quando lui è interessato alla CO₂? Salvini dimentica che, per dare l’ok al progetto del Ponte, sono stati esautorati tutti gli organismi pubblici che avrebbero dovuto valutarlo tecnicamente. È lo stesso Salvini che ha affermato che, in caso di terremoto, le città verranno rase al suolo ma il Ponte rimarrà in piedi. Un bel modo di intendere l’interesse pubblico”.
Così Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde, a commento dell’intervista del ministro delle Infrastrutture al Corriere della Sera.
“Anche i dati economici smentiscono le promesse di Salvini: secondo il Centro studi di Unimpresa, l’opera genererebbe ricavi annui compresi tra 535 e 800 milioni di euro, con un utile operativo di appena 100 milioni, pari a meno del 25% del costo totale in 30 anni. Un impatto limitato sul Pil del Sud, a fronte di un indebitamento e di una spesa colossali”. Salvini, aggiunge Bonelli, “può dire pubblicamente a quanto ammonterà la penale che gli italiani dovranno pagare se il progetto non si realizzerà? Quel dato il governo lo tiene segreto.
Perché? Noi sappiamo che la penale sarà superiore a 1,5 miliardi di euro. Salvini lo smentisce o lo conferma? Così lo Stato sarà legato mani e piedi a pagare per un’opera anche se non verrà realizzata”.

