"Buoni pasto in cambio di voti"| Tutti assolti i 18 imputati - Live Sicilia

“Buoni pasto in cambio di voti”| Tutti assolti i 18 imputati

L'elenco si apre con l'imprenditore Pietro Murania

PALERMO – Tutti assolti perché il fatto non sussiste. A cominciare dal patron della Kemeko, Pietro Murania, per proseguire con un elenco di dipendenti dell’azienda leader nella produzione di detergenti per la casa, titolare del marchio Rio. Erano imputati per corruzione elettorale in occasione delle elezioni comunali del 2012.

Secondo l’impostazione dell’accusa, che non ha retto al vaglio del giudice del Tribunale, Sergio Ziino, sarebbe stato Murania a decidere di comprare 7 mila buoni pasto da 5 euro e 16 centesimi ciascuno che i suoi collaboratori Luciano Cerniglia, Natale Ciccillo e Fabio Bisogno avrebbero poi distribuito ad altri dipendenti. Obiettivo, “ottenere voti in favore di Sonia Ganci, candidata nelle liste del Movimento per le autonomie”.

Ecco l’elenco completo degli assolti: Pietro Murania, Luciano Cerniglia, Fabio Bisogno; Natale, Vittorio, Michele e Francesco Ciccillo; Giuseppe Riccobono, Antonio Bilello, Agostino Salvato, Davide Di Girolamo, Roberto Montesano, Saverio Pivetti, Giovanni Di Gregorio, Giovanni Lo Monaco, Concetta Alvarez, Enrico Bonfardeci, Teresa Saladino.

La maggior parte degli imputati era assistita dall’avvocato Manuela Centineo. L’imprenditore Murania era difeso dall’avvocato Roberto Mangano. Tra i difensori del processo anche Maurizio Savarese e Maurilio Panci.

Buoni pasto, dunque, in cambio della promessa di voti per Ganci, che non è mai stata indagata e che fu la prima dei non eletti nelle file del Mpa. Si piazzò quarta, ottenendo 1123 voti. A denunciare il meccanismo fu un ex dipendente dell’impresa licenziato nel giugno 2012 per via di una condanna penale. Un mese dopo essere stato messo alla porta si presentò in Procura. Nonostante i contrasti fra Cerniglia e il suo datore di lavoro, le sue dichiarazioni furono giudicate credibili dagli investigatori. Rancore personale, si è sempre difeso Murania.

“Mi chiedo e vi chiedo: ritenete possibile che la mia azienda, che ha un peso internazionale, abbia interesse ad appoggiare un candidato al Consiglio comunale? – disse Murania a Livesicilia -. Nutriamo massima fiducia e rispetto per la magistratura e ci difenderemo nella massima serenità e trasparenza. In 35 anni di attività non ho chiesto niente a nessuno e nessuno mi ha fatto favori”.


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