PALERMO – Soluzione in vista per le cabine di Mondello. Dopo settimane di tira e molla tra uffici comunali e vertici alla Regione, Palazzo delle Aquile sarebbe a un passo da un compromesso che permetterebbe di far montare le strutture alla Italo Belga in cambio del pagamento degli oneri concessori. Una partita assai intricata, fatta di sentenze e carte bollate, che di fatto ha messo in crisi gli stabilimenti balneari e impedito finora di erigere anche una sola cabina.
Ma, con l’insediamento della nuova giunta, il sindaco Leoluca Orlando ha affidato al vice Emilio Arcuri l’ardua missione di trovare un escamotage per dipanare l’intricata matassa. E Arcuri non ha perso tempo convocando martedì sera un primo vertice a villa Niscemi, alla presenza di due colleghi di giunta (Giovanna Marano e Giuseppe Gini, che da urbanista ha firmato il Pudm di San Vito Lo Capo, l’unico approvato in Sicilia) e di alti burocrati, nel quale ha detto a chiare lettere che una soluzione va trovata, e anche alla svelta. Gli effetti sono stati (o dovrebbero essere) immediati: entro oggi gli uffici dell’Urbanistica dovrebbero redigere infatti un parere in cui, in poche parole, si ammette la necessità (sostenuta dal dirigente del Suap Paolo Basile) di far pagare per le cabine gli oneri concessori, in quanto dotate di carico urbanistico, ma senza dover aspettare il Pudm.
Una scappatoia consentirebbe così di far montare prima del 15 giugno le strutture, lasciando contenti i gestori dei lidi ma anche quei palermitani che hanno già versato le caparre. Tutto risolto? Non proprio, visto che il parere dell’Urbanistica potrebbe non essere sufficiente. “Pare che l’interpretazione che vorrebbero dare gli uffici – dice il capogruppo di Forza Italia a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo – sia quella di non dover applicare l’articolo 22 delle Norme tecniche di attuazione del Prg, visto che sono passati dieci anni e in virtù di norme precedenti. Ma questo è un ragionamento che si può applicare solo al privato, mica al pubblico, e comunque non sta scritto da nessuna parte che il consiglio comunale non voglia restituire la spiaggia ai palermitani”.
L’articolo 22 prevede, infatti, che finché non si approva un piano particolareggiato delle aree demaniali marittime, si possano realizzare solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, purché connesse alla diretta fruizione del mare. In pratica, non le cabine che hanno carico urbanistico. “Le voci che circolano dicono che il parere dell’Urbanistica dovrebbe contemplare proprio questo – continua Tantillo – e se dovessero essere confermate, l’amministrazione sappia che non permetteremo questo tipo di interpretazione agli uffici. La materia è prettamente del consiglio comunale. Per questo ho chiesto al presidente della commissione Alberto Mangano una convocazione urgente dei dirigenti e al presidente del consiglio Totò Orlando una seduta ad hoc per decidere se la spiaggia debba essere libera o meno. Se l’amministrazione dovesse prevaricare le prerogative del consiglio, siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore”.
E a mettere altra carne sul fuoco ci hanno pensato anche i deputati regionali grillini Giorgio Ciaccio e Giampiero Trizzino: “Se ci sarà anche la minima irregolarità o violazione non esiteremo a denunciare tutto alle autorità competenti. Le leggi e le regole vanno rispettate da tutti, non solo dai semplici cittadini, che noi siamo qui a rappresentare, per cui vogliamo conto di ogni minima cosa fuori posto”.
“Io mi sono prodigata per la ricerca di una soluzione, che non è ancora ultimata – dice l’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano – attendiamo il parere dell’Urbanistica: quando sarà tutto definito, ne daremo comunicazione dettagliata. Ma non siamo ancora con la soluzione definitiva in mano”. Ma la questione potrebbe dover approdare in consiglio comunale anche per la necessità di stabilire a quanto ammontino gli oneri concessori, visto che attualmente è prevista solo una tariffa per insediamenti turistici di 15 euro al metro cubo. Insomma, cifre abbordabili per gli stabilimenti (l’Italobelga pagherebbe 25mila euro a concessione, tanto per fare un esempio), ma bisognerebbe estendere l’applicazione della norma, visto che le cabine oggi non sono contemplate. E sarebbe complicato equiparare la tariffa applicata a un albergo e quella di una cabina in legno.
Temi che sono contenuti nella richiesta di chiarimenti inviata da Palazzo delle Aquile alla Regione, a cui però non è ancora arrivata risposta: la Regione infatti ha chiesto al Comune di interpellare prima l’ufficio legale di piazza Pretoria. Una richiesta di chiarimenti, scritta da Basile, nella quale si specifica per esempio che non sono ammissibili le cabine ma sono ammesse le strutture pertinenziali, ovvero quelle montate sino ad oggi a Mondello, per le quali è sufficiente chiedere un’autorizzazione.