Caccia alla rete di Messina Denaro | Indagato l'imprenditore Bulgarella - Live Sicilia

Caccia alla rete di Messina Denaro | Indagato l’imprenditore Bulgarella

Eseguit diverse perquisizioni, disposte dalla Dda di Firenze, che riguarderebbero anche imprenditori e manager, una decina delle quali sarebbero in corso nell'area pisana e della Versilia. Coinvolto il vicepresidente di Unicredit. Una delle perquisizioni riguarda il costruttore trapanese, che si difende: "Mai avuto contatti con la criminalità".

ROMA – E’ in corso da stamani un’operazione antimafia condotta dai carabinieri del Ros che riguarda una presunta rete di fiancheggiatori che potrebbero anche avere collegamenti più o meno diretti con la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Gli investigatori stanno eseguendo perquisizioni, disposte dalla Dda di Firenze, che riguarderebbero anche imprenditori e manager, una decina delle quali sarebbero in corso nell’area pisana e della Versilia. Una delle perquisizioni riguarda il costruttore Andrea Bulgarella. Investigatori e inquirenti mantengono il massimo riserbo ma, secondo quanto si è appreso, l’attività coinvolge diverse regioni italiane. Al vaglio degli inquirenti vi sarebbero soprattutto alcune operazioni finanziarie sospette legate a possibili infiltrazioni mafiose nel tessuto economico locale.

*Aggiornamento ore 19.49
Alcuni indagati dell’inchiesta della Dda di Firenze su mafia e finanza, per cui oggi il Ros ha fatto perquisizioni, avrebbero legami con il clan del boss Matteo Messina Denaro, latitante da decenni. Secondo i pm è il caso di almeno due indagati: l’imprenditore Andrea Bulgarella, in Toscana dagli anni ’90, e un altro imprenditore che sarebbe stato in affari con lui, Girolamo Bellomo, detto Luca, marito della figlia di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss.
La moglie di Girolamo Bellomo è Lorenza Guttadauro, è un avvocato penalista e non è indagata nell’inchiesta della Dda di Firenze. Suo zio è il boss di mafia Matteo Messina Denaro; suo padre è Filippo Guttadauro, fratello dell’ex capomafia di Brancaccio (Palermo), Giuseppe Guttadauro. Bellomo è andato in carcere nel 2014 per un’altra inchiesta, della Dda di Palermo, con altre 15 persone considerati fiancheggiatori del boss Messina Denaro, come accusato di essere il gestore degli affari della cosca. Invece da questa inchiesta di Firenze, emergerebbe che Bellomo, titolare di una ditta per forniture di alberghi e hotel, avrebbe avuto rapporti di affari con l’imprenditore Bulgarella che per i pubblici ministeri della Dda di Firenze, aveva rapporti diretti con il clan del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Una situazione che determinava vantaggi a lui stesso e all’associazione mafiosa.

Tramite le società del suo gruppo, scrivono nel decreto di perquisizione il procuratore Giuseppe Creazzo, il sostituto procuratore generale Alessandro Crini (da alcuni giorni reggente della procura di Pisa) e la sostituta Angela Pietroiusti, Bulgarella “dagli anni ’90, senza soluzione di continuità, appare aver investito e continuare ad investire in attività economiche, prevalentemente acquisti, ristrutturazioni e gestione di alberghi in Toscana, ingenti capitali da lui accumulati grazie ai vantaggi ottenuti da rapporti con l’associazione mafiosa trapanese facente capo al latitante Matteo Messina Denaro con la finalità di agevolare l’attività della predetta associazione”. “Tali rapporti – secondo gli investigatori – hanno consentito a Bulgarella” e di riflesso al clan di Messina Denaro “di conseguire reciproci vantaggi, consistiti per il Bulgarella, attraverso la sua condivisione nei propositi di infiltrazione della cosca nell’attività economico-imprenditoriale, del settore dei calcestruzzi, di non trovare ostacolo alcuno e di avere un trattamento di favore nella propria attività, inizialmente nel settore delle costruzioni e degli appalti e successivamente in quello turistico-alberghiero, soprattutto quando ha trasferito i suoi interessi in Toscana”. I vantaggi per il clan, invece, affermano i magistrati, “principalmente risiedono nel rapporto e nelle elargizioni che l’imprenditore trapanese ha avuto con Luca Bellomo, nipote acquisito di Matteo Messina Denaro”.

Il pentito di mafia Giovanni Brusca, “sentito dal pm il 17 marzo 2014, ha reso dichiarazioni circa i rapporti intercorrenti” tra il costruttore emigrato a Pisa “Andrea Bulgarella e Cosa Nostra”, scrivono i pm della Dda di Firenze nel decreto di perquisizione. Lo stesso “Brusca rispondendo alla specifica domanda di quanto fosse a sua conoscenza circa un imprenditore, di cognome Bulgarella, parente di Puccio Bulgarella, ha significativamente riferito che un Bulgarella, lontano parente di Puccio Bulgarella, forse cugino di 1/o o 2/o grado, era un uomo a disposizione di Cosa Nostra”. Insieme ad un’altra circostanza accertata con documenti, con cui Brusca, facendo riferimento al Bulgarella disse che “costui, prima di Vincenzo Virga gestiva la Calcestruzzi Ericina”, nel Trapanese, i pm fiorentini concludono che “unitamente al rapporto di lontana parentela tra Puccio ed Andrea Bulgarella (cugini di secondo grado) non lascia sussistere alcun dubbio circa l’identificazione del Bulgarella indicato da Brusca nell’odierno indagato Andrea Bulgarella”. Un altro collaboratore di giustizia, Antonino Cascio, ormai deceduto, già nel 2001 – riferiscono i pm -, rispondendo a specifica domanda in merito ad imprenditori “vicini a Cosa Nostra” operanti nella zona di Trapani, “ha fatto riferimento anche all’imprenditore Andrea Bulgarella”, indagato nel presente procedimento.

*Aggiornamento ore 20.40
Un’intercettazione telefonica fra due indagati dell’inchiesta della Dda di Firenze tra i presunti legami tra la cosca mafiosa di Matteo Messina Denaro e le banche coinvolge il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona. “Il sostegno e il coinvolgimento diretto di Fabrizio Palenzona – scrivono i pm di Firenze nel decreto di perquisizione – nel processo di approvazione da parte di Unicredit del piano del Gruppo Bulgarella (il costruttore siciliano attivo in Toscana dagli anni ’90, ndr) emerge anche nella conversazione intercettata il 22 aprile scorso, ore 19.58, in cui Tiziano Piemontesi alle perplessità mosse da Verardi circa l’improvvisa accelerazione data alla pratica, ritiene che ‘l’urgenza’ sia stata indotta da Palenzona che ha sollecitato Fossati”. L’intercettazione è stata trascritta e riportata nel decreto di perquisizione: “… no che non ho bisogno adesso .. domani mattina quando leggo se ho qualche punto ti spacco i maroni di mattina presto e me le mandi … tu sei sempre convinto di venire in comitato e non fare la tua visita … (…) &hellip.okay … okay ! a me sembra corretto tu il … tu anteponga i tuoi .. le sue … (&hellip) &hellip no tu non capisci perché una vera urgenza non c’è se non … il fatto che probabilmente Palenzona ha di nuovo chiamato Fossati e lui”. Palenzona è accusato di aver favorito fiancheggiatori del clan mafioso di Matteo Messina Denaro, in particolare attraverso il sostegno all’imprenditore Andrea Bulgarella, il cui gruppo negli ultimi anni pativa un indebitamento da 65 milioni di euro.

 

*Aggiornamento ore 20.44
Andrea Bulgarella “si dichiara completamente estraneo ad ogni addebito e ci tiene a precisare con forza che non ha mai avuto alcun contatto con nessun gruppo associativo criminale, men che meno di stampo mafioso”. Lo afferma in una nota l’avvocato Giulia Padovani, legale del costruttore pisano accusato dalla Dda di Firenze di intrattenere da molti anni rapporti stretti con il clan mafioso del boss Matteo Messina Denaro. “Per quanto riguarda il merito della vicenda – conclude il difensore dell’imprenditore – l’indagato è sereno e provvederà a difendersi presso le sedi competenti”.

(ANSA).

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